"Una serataccia per tutti, quella di ieri". Questo l'incipit di Paolo Bertolucci che nell'appuntamento quotidiano con Adriano Panatta nel podcast "La telefonata" ha raccontato la difficile serata di Sinner contro Dimitrov con il passaggio ai quarti di finale di Wimbledon arrivato solo "grazie" all'infortunio del bulgaro, avanti di due set prima dello strappo al pettorale. "Peccato perché ieri eravamo partiti alla grandissima con un super Cobolli - ha proseguito Bertolucci -. A Sonego non potevamo chiedergli di più di quello che ha fatto contro un avversario più forte di lui. Poi siamo entrati in campo con Jannik pensando di goderci una bella partita con Jannik in grado di vincere in modo autoritario e invece a un certo punto la serata stava per diventare quasi tragica".
Ecco perché i tennisti di oggi si infortunano così tanto
Panatta lo bacchetta subito: "Come sei esagerato, dai. Queste cose nel tennis succedono. Nei primi due set Sinner ha giocato male, d'accordo. Dimitrova ha fatto vedere un’altra volta come si gioca a tennis: è andato a rete, ha usato lo spin, ha giocato da campione da fondocampo, tirava il vincente quando andava tirato e mai a vanvera, ha mostrato una grande varietà di gioco. Insomma: ha giocato a tennis. Poi è stato sfortunato ma ieri ha dimostrato di meritare il soprannome che gli diedero di giovane Federer. Il suo forfait è dispiaciuto a tutti perché forse si stava giocando la sua ultima partita della vita a Wimbledon, sul Centrale tra l’altro, contro il numero uno al mondo. E non meritava un epilogo del genere. Però lasciamo dire una cosa: questi tennisti di oggi si fanno male continuamente perché tirano troppo forte. Ormai il tennis è diventato di una violenza assurda. Si gioca solo a tirare scaldabagni dall'altro lato. Ad esempio Shelton: il suo servizio arriva a 240 km/h. Lui ha vent'anni ma per quanto potrà continuare a tirare queste bordate? Pensa a Nadal, Djokovic e Federer, una generazione di tennisti che giocavano meno forte e usavano molta più tecnica. Loro di infortuni nella loro carriera ne hanno avuto in percentuale molti di meno. Qui oggi si pensa solo a tirare pallate e ritmo infernale e quindi si è più esposti ai problemi fisici. Dove è la tecnica oggi?".
Panatta e la battuta su Shelton
Panatta è poi tornato a parlare dei problemi di Sinner di ieri contro Dimitrov: "Il dritto di Jannik è stato un disastro e a questi livelli non te lo puoi permettere. È vero che ha avuto problemi al gomito e non riusciva a giocare di dritto ma se Jannik non tira a tutta manetta lui si perde il colpo e non ce la fa, quindi ora dovremo capire cosa succederà. L’erba non lo aiuta perché sulle palle in top spin che gli arrivano la palla rallenta mentre a lui piace di giocare d’incontro come sul cemento. Sugli slice lo costringono a piegarsi di più e sul dritto la pallina o se la perde o finisce sul nastro o fuori dal campo di un metro. Per cui se Jannik non aumenta il livello di gioco, rischia: sul dritto deve andare più vicino alla palla perché lui ha la mentalità del cemento dove la palla ti arriva addosso. Qui è diverso. L’unico vantaggio è che il back di rovescio di Dimitrov non ce l’ha nessuno, forse un po’ Nole che però non ha la stessa velocità. Shelton per battere Sinner dovrebbe fare 30 ace o più e poi cercare di spostarsi sul dritto perché se comincia a palleggiare di rovescio gli do al massimo due colpi perché il terzo finisce in faccia alla Duchessa di Kent sugli spalti", ha concluso l'ex fenomeno del tennis italiano.