Il giorno dopo, il sapore dell’impresa comincia a sciogliersi e con lui le tensioni e i dubbi che avevano accompagnato le due settimane londinesi. La separazione dai due membri del team, quel gomito che tanto aveva impensierito e non ultima la paura che la sconfitta di Parigi contro Alcaraz avesse lasciato un’eredità troppo pesante per essere smaltita così in fretta. Jannik Sinner è tornato a casa. Un volo privato da Londra, e giorni preziosi ad attenderlo tra gli affetti e i luoghi di sempre, per rivestire di ulteriore senso quanto appena compiuto e ricaricare le batterie in vista di ciò che l’attende. La trasferta londinese avrebbe potuto intaccare la sua leadership nel ranking ATP e mettere lo spagnolo e quel poco di concorrenza che ancora resiste nel circuito in scia per un sorpasso da costruire nello swing verso gli US Open. E invece, sconfitto il murciano campione in carica, il gap tra i due si è fatto ancora più ampio (3.430 punti): condizione che dà ora all’azzurro qualche garanzia in più in vista di un finale di stagione che per la seconda volta consecutiva potrebbe vederlo chiudere l'anno da numero uno del mondo.
Corriere dello Sport
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