Il sogno della finale a Wimbledon è rapidamente diventato un incubo per Amanda Anisimova, battuta da Iga Swiatek senza riuscire a vincere neanche un game. 6-0, 6-0 in 57 minuti, il pesantissimo risultato della sua prima finale Slam della carriera. La tennista americana ha provato comunque a guardare i lati positivi in conferenza stampa, specialmente cosa ha imparato dopo una sconfitta così dura.
Anisimova, sconfitta shock: "Ho imparato che..."
"Non avrei voluto che le cose andassero in questo modo - le prime parole di Anisimova - nella mia prima finale Slam. Sono rimasta sotto shock anche dopo la partita. È una sconfitta dura da digerire. Però mi sono detta che ne uscirò più forte. Perdere 6-0, 6-0 in una finale Slam... anche se è difficile, devo guardare gli aspetti positivi. Ci sono molte cose che devo fare per migliorare. Sono state due settimane davvero speciali per me. Mi sono goduta ogni momento. Ero piuttosto nervosa, forse anche a causa della stanchezza. Lei mi ha messo in grande difficoltà e ha sicuramente meritato di vincere. Ho imparato che la perfezione non esiste e che ogni partita è diversa. Ci sono giocatori come Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, che ammiro molto, capaci di non commettere errori gratuiti. Non concedono quasi nulla agli avversari. Ma in realtà nessuno è perfetto. Credo che il mio spirito combattivo mi abbia permesso di raggiungere la finale. La cosa più importante è aver lottato per superare i momenti difficili".
Anisimova sulla mamma e il dolore alla spalla
Poi sulla commozione durante la premiazione: "Mia madre ha fatto tantissimi sacrifici per me. Ha fatto il possibile per permettermi di ritrovarmi in questa posizione nella mia vita. Lo stesso vale per mia sorella. Mia madre è la persona più altruista che esista, sono fortunata ad averla nella mia vita. Lei significa tutto per me. La spalla è stata probabilmente una delle cause della sconfitta. Mi ha fatto male nel riscaldamento, ma non ho ancora capito cosa sia successo al mio servizio oggi. Non so nemmeno se il nervosismo sia stato l'unica causa della mia brutta prestazione al servizio" .