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Il campionissimo ce l'abbiamo noi: ti amiamo Sinner

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Non dimenticheremo facilmente il dominio di Sinner su Alcaraz a Wimbledon. E ricorderemo anche la mamma di Jannik al momento dei punti decisivi: gli occhiali scuri, le mani quasi a coprirli. Per vedere e non vedere, per ascoltare soltanto il cuore.

Sinner ha consegnato allo sport italiano l’unico grande trionfo che mancava, perfezionando così l’elenco dei successi “più storici” (non si potrebbe dire, ma lo dico ugualmente): gli ori olimpici nei 100, 200, nella 4x100, nel salto in alto maschile e in quello femminile; i 10 Tour, i 4 Mondiali e i due Europei di calcio. Nella pallavolo non c’è torneo che non abbia visto imporsi gli italiani o le italiane, e poi Belinelli campione Nba. Con auto e moto ci siamo divorati tutti i circuiti, nello sci gli ori mondiali sono 24, nel nuoto siamo una delle nazioni leader e insomma dovevamo aspettare il nostro Simply Red per completare la fantastica serie.

Wimbledon è la prova regina che lui non ha mai avuto bisogno di barare per essere il migliore. E che è giunta l’ora di cancellare definitivamente quel sospetto restituendo ciò che gli è stato tolto in termini di immagine e serenità.

Jannik è un regalo della natura e il risultato di uno straordinario lavoro nel quale non sono solo i dettagli a fare la differenza.

Il nostro Paese ha un fuoriclasse unico e attrattivo: se n’è accorta la pubblicità, ma l’hanno soprattutto capito i milioni di italiani che si sono ritrovati davanti a uno schermo.

Se qualcuno avesse ancora dei dubbi sull’italianità di Sinner vada a rivedersi prima la mamma che si copre gli occhi e poi l’abbraccio del figlio all’ultimo 6-4.

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