Datome incorona Procida: "E’ già più esplosivo di me"

L’ex capitano azzurro prima di Italia-Turchia: "Alla sua età io non ero così pronto. Melli è un leader perfetto  E anche un gran rompiscatole!"
Andrea Barocci
5 min

Vederlo in borghese stride con l’immagine di Datome che tutti hanno nella memoria: un gigante che in canotta azzurra ha dato sempre il possibile e l’impossibile. Però è la vita che da qualche mese l’ex ala ha scelto e che stasera a Pesaro, in Italia-Turchia, lo porta ad esordire nella veste di capo delegazione della NazionaleRimane il fatto che in giacca e cravatta, elegantissimo, Gigione incute una certa soggezione... «Ho visto le mie foto: sembro molto pallido, dovrei prendere un po’ di sole a Pesaro. Il trauma della giacca e della cravatta l’ho comunque superato già con Milano. Alla fine uno si abitua, ora mi sento persino a mio agio». La moglie Chiara Pastore, anche lei ex azzurra, probabilmente non ne potrà più di vedere Gigi girare un po’ troppo per casa. Datome sorride: «Come mi ha suggerito una mia amica, in un matrimonio il trucco è quello di partire spesso e per pochi giorni. Adesso stiamo recuperando il tempo perduto con nostra figlia Gaia». 

Datome, le prospettive  

Il passaggio da capitano a capo delegazione richiederebbe un cambio di prospettive da parte sua. Invece... «I miei compagni li vedo sempre nello stesso modo. Cerco solo di aiutarli, di capire cosa gli può passare nella testa. Voglio stare loro vicino per far comprendere che ogni momento in azzurro fa parte di un percorso. L’affetto è lo stesso: come facevo il tifo per l’Italia da capitano, lo faccio adesso. Non dico che mi vedono ancora come un compagno, visto che non dividiamo più la fatica, però non voglio che pensino che sono totalmente dall’altra parte della barricata. Come Pozzecco del resto: lui è un allenatore molto dalla parte dei giocatori». 

L'elogio per Procida 

Dovendo indicare un azzurro che per caratteristiche gli ricorda il Gigi di qualche tempo fa, lui non ha dubbi: «Come io non sono stato il nuovo “nessuno”, anche gli altri devono fare il loro percorso. Ma come ruolo direi Procida: ora è già più esplosivo di quanto lo fossi io. Ed è più pronto rispetto a me alla sua età, quando giocavo a Scafati. Gabriele (è all’Alba Berlino, ndr) ha fatto esperienze importanti anche all’estero. Sarebbe in ogni caso sbagliato fare paragoni, specie a distanza di venti anni»  Melli raccoglie da Datome un ruolo importante. «Nicolò è il capitano perfetto. D’altronde, in fondo lo è sempre stato. Non è che se uno non ha la fascia, non si comporta da capitano. È esperto, serio e un grande lavoratore. Soprattutto, possiede una leadership epocale. Se è rompiscatole? Certo, e molto più di me! È pignolo con se stesso ed è ugualmente esigente con chi gli sta intorno: è attento ad ogni dettaglio, sia fisico che tecnico. Insomma - e ride ancora- è assolutamente un rompicoglioni!»  

Mannion e la Turchia 

Nico Mannion rientra in Nazionale con nuove prospettive. «È sempre lo stesso ragazzo educato e rispettoso. Ma oggi è più consapevole di ciò che può fare. Prima era un talento difficile da imbrigliare per la sua esplosività, per la facilità di crearsi un tiro: adesso sa quali sono le sue doti e le sa sfruttare meglio. È ancora molto giovane, sta pulendo il suo gioco». La Turchia è allenata dal famoso e fumantino Ataman, ex coach di Siena e Fortitudo. Si presenta a Pesaro ovviamente senza i suoi assi NBA. «È una squadra che fisicamente è più strutturata di noi. Non ha Osman (San Antonio), Yurtseven (Utah) e Seungun (Houston). Vanta ottimi atleti che vengono dalla delusione di aver perso il preolimpico in casa. E’ la prima volta che si ritrovano, saranno carichi». 

Libro

Come sempre è impossibile non chiedere a Gigi l’ultimo libro letto. «“Il bambino bruciato” di Stig Dagerman, uno scrittore svedese non facilissimo eppure di una lucidità e di una lungimiranza spaziali. Non lo consiglio a tutti, ma ne vale la pena». 


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