Ecco perché l'Avellino chiede al TAR la riammissione in B

Domani davanti al TAR del Lazio si discute nel merito collegialmente il ricorso degli irpini dopo l'esclusione dalla Serie B per la famosa fidejussione rumena senza rating. Ma il Comunicato ufficiale 59 dello scorso 30 agosto che ha consentito a Palermo e Lecce di sanare un analoga inadempienza potrebbe rimettere incorsa anche gli irpini
Ecco perché l'Avellino chiede al TAR la riammissione in B
di Tullio Calzone
3 min

RILANCIO AVELLINO - La Serie B che rimane a 19 squadre non spegne le ambizioni di riguadagnare la categoria persa da parte dell’Avellino di Walter Taccone. Anzi, paradossalmente, in un certo senso le rilancia. Perché riportare la B a 20 sanerebbe anche la zoppia dell’attuale formula del campionato con una squadra costretta a riposare per ogni giornata. Al di là di tutto, il club campano non ne vuol sapere di rassegnarsi a restare fuori dalla B da cui era stato escluso lo scorso luglio a causa della presentazione di una fidejussione priva di rating dopo aver adempiuto a tutte le altre norme per l’iscrizione. 

BATTAGLIA AL TAR - Dopo il no alla richiesta di  sospensiva da parte del Tar Lazio, gli irpini non hanno mollato di un centimetro, convinti di essere nel giusto e di poterla spuntare, benché lo svincolo dei tesserati abbia azzerato tutto l’organico con un danno enorme sul piano tecnico. Ma il ds De Vito sarebbe già pronto a ripartire in caso di un pronunciamento favorevole del TAR del Lazio e di una clamorosa riammissione in B. I legali avevano già pronta anche la lettera di diffida per la Figc a non assegnare gli eventuali posti da reintegrare in caso di un format riportato a 22, proprio perché potevano essere due e non tre le squadre da reintegrare. Ovviamente una cautela in vista di un eventuale pronunciamento favorevole da parte dei giudici amministrativi. In realtà, il caso Avellino, come allarmato bisbigliava qualche influente legale venerdì scorso subito dopo il dibattimento davanti al Collegio di Garanzia presieduto da Frattini, è tutt’altro che chiuso. Soprattutto dopo il Comunicato nº 59 della Figc pubblicato lo scorso 30 agosto che ha riaperto i termini per consentire a Palermo e Lecce e a 10 club di C di sostituire la fidejussione Finworld dichiarata out da una sentenza del Consiglio di Stato lo scorso 11 luglio. E perché i termini non sono stati riaperti anche per gli irpini bocciati il 12? Questo è il quesito a cui si aggrapperà la difesa dei Lupi che confida ancora in un colpo di scena, domani, quando il collegio giudicante di Via Flaminia entrerà nel merito della vicenda. Non si tratterà, dunque, di una richiesta di risarcimento danni, come più di qualcuno aveva derubricato il caso. L’Avellino chiederà di essere riammesso in B e, qualora non venisse soddisfatta tale aspirazione, valuterà richieste di risarcimento o, addirittura, eventuali responsabilità penali. 

COMO E SANTARCANGELO. Al Tar si presenteranno domani anche Como e Santarcangelo che chiedono al presidente di Lega Pro di poter giocare in C con un ripescaggio, per quanto riguarda i lombardi, o con una riammissione, relativamente ai romagnoli.

 



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