Lippi: "Scudetto? Inter e Lazio non devono mollare. Potrei allenare una nazionale"

Le parole dell'ex tecnico della Juventus: "I bianconeri non hanno avuto l'approccio mentale giusto. Gattuso? Inciderà tantissimo"
MARCELLO LIPPI - «Un gruppo dei migliori giocatori non fa necessariamente la migliore squadra».© AFPS
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ROMA - "Il messaggio per le inseguitrici, che sono Inter e Lazio, è che non devono mollare: c'è ancora la possibilità di lottare per questo obiettivo così importante". L'ex mister della Juventus, Marcello Lippi, è convinto che, per lo scudetto, ci possa essere una lotta a tre, ancora più interessante dopo la sconfitta di ieri dei campioni d'Italia contro il Napoli. "La Juve, a parere mio, non ha avuto l'approccio mentale giusto - spiega l'ex ct azzurro, campione del mondo a Germania 2006, ai microfoni de 'La Politica nel Pallone' su Gr Parlamento - forse perché ha visto Inter e Lazio pareggiare prima e pensare che, considerando il momento non brillantissimo del Napoli, avrebbe risolto la partita con i suoi campioni. Il Napoli invece è stato concentratissimo ed ha giocato la partita perfetta". A proposito dei partenopei, per Lippi un allenatore come Gattuso "inciderà tantissimo. E' arrivato in un momento particolare, si è trovato a gestire delle defezioni importanti e un momento di disaffezione temporanea che per fortuna è stata recuperata. Dal punto di vista temperamentale e tecnico è in grado di dare molto e risolleverà questa squadra, recuperando i giocatori psicologicamente e il rapporto con la società e il pubblico per disputare un campionato all'altezza delle sue qualità".

Lippi su futuro e Kobe Bryant

I bianconeri restano comunque i grandi favoriti per lo scudetto, anche se meno cinici dell'era Allegri, indubbiamente vincente: "Chi insegue deve preoccuparsi perché la Juve, pur avendo dato finora il 60-70 per cento, è prima in campionato, ha passato il turno in Champions e in Coppa Italia. E' una squadra che migliorerà e manterrà, tranne qualche scivolone come quello di ieri, la voglia di primeggiare, che è nel suo Dna. E se a marzo avrà a disposizione tutti i suoi effettivi, può vincere anche la Champions League". Poi, sul futuro: "Di sicuro non allenerò più una società di club. Da quando sono tornato ho avuto due-tre proposte che non ho preso in considerazione. Se tra qualche mese avrò voglia di tornare in pista, potrei allenare una nazionale, non tanto lontano come la Cina, per divertirmi ancora in campo". "Ieri stavamo vivendo una grande giornata di sport, come solo il calcio sa regalare, e il tutto è stato guastato dalla notizia della morte di Kobe Bryant. Una bellissima persona che abbiamo imparato a conoscere, avendo vissuto tanto in Italia: ha regalato e avrebbe potuto regalare ancora tanto allo sport mondiale, era una persona speciale" ha dichiarato, infine, l'ex ct della Nazionale sulla morte di Kobe Bryant.


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