Coronavirus, Doumbia licenziato dal Sion. Cosa è successo

Il club svizzero ha rescisso il contratto con nove calciatori che non avevano aderito alla proposta di riduzione dell'ingaggio: c'è anche l'ex laziale Kasami, si preannuncia un contenzioso
Coronavirus, Doumbia licenziato dal Sion. Cosa è successo© EPA
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SION (Svizzera) – C’è anche l’ex romanista Seydou Doumbia tra i nove calciatori licenziati dal Sion in conseguenza del Coronavirus. Il club del massimo camponato svizzero ha deciso infatti di rescindere unilateralmente i contratti con alcuni giocatori per causa di forza maggiore, ovvero per il blocco generale provocato dall'emergenza Covid-19. A darne notizia è il sito del quotidiano svizzero di lingua tedesca "Blick", seguito da altre testate svizzere, secondo cui il presidente del club Christian Constantin ha licenziato - dopo aver inviato una lettera di riduzione ingaggi che non ha ricevuto risposta - le principali stelle della squadra: Pajtim Kasami (ex Lazio, nel 2009, e Palermo), Johan Djourou (ex Spal), Alex Song, Ermir Lenjani, Xavier Kouassi, Seydou Doumbia, Mickael Facchinetti, Christian Zock e Birama Ndoye.

Il caso Sion: i dettagli

Tutti e nove i giocatori licenziati ieri hanno ricevuto la stessa lettera di risoluzione del contratto di lavoro senza preavviso. Poche ore prima, spiega il portale svizzero, era stata recapitata un'altra comunicazione in cui si chiedeva agli stessi giocatori di accettare le misure decise dal Sion, ovvero una riduzione dei compensi con un salario massimo di 12.350 franchi (circa 11.700 euro) fornito dall'assicurazione contro la disoccupazione. Molti giocatori avrebbero voluto approfondire, consultare i loro avvocati, ma non c'è stato tempo visto che una risposta andava fornita a stretto giro. Pertanto alcuni uomini della squadra non hanno risposto, mentre altri hanno non accettato la proposta. Il presidente Constantin ha quindi proceduto col licenziamento. "Per buone ragioni", come si legge nella lettera in possesso a Blick in cui il Sion tira in ballo cause di forza maggiore dopo lo stop al campionato: "Siamo privati di tutto il nostro reddito" spiegano dal club svizzero. I giocatori hanno intenzione di difendersi e l'associazione svizzera dei calciatori ha già presentato una nota di protesta affermando che la forza maggiore in relazione all'emergenza Coronavirus non è accettabile: "Ci aspettiamo che questi licenziamenti abusivi vengano revocati immediatamente e che venga aperta una discussione sulle possibili alternative".


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