Pagina 2 | Allegri e la Juve: ora tutta la verità

TORINO - La lunga attesa sta per concludersi. Domani è il giorno del giudizio sul futuro della panchina della Juventus: Allegri in o Allegri out?

Questo è il grande quesito che attende risposta, questa è la grande domanda che sta facendo trepidare tutto il mondo bianconero. Domani, come annunciato dallo stesso tecnico, andrà in scena l’attesissimo incontro con il presidente Agnelli da cui emergerà la verità. Siamo quindi allo snodo decisivo e l’incertezza è ancora tanta: al momento non c’è una soluzione favorita, vista la fitta dialettica a distanza in corso tra le parti. Tra conferenze stampa e interviste televisive, i messaggi si susseguono e non aiutano a chiarire in anticipo lo scenario.


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IO RESTO - Stando alle parole dei diretti interessati, l’epilogo più logico è quello di una permanenza di Massimiliano Allegri. Lo ha ribadito lui stesso svariate volte dalla notte choc con l’Ajax, la notte dell’eliminazione dalla Champions League ma anche dell’auto-conferma, corroborata negli stessi minuti dall’assicurazione del presidente Agnelli che nulla sarebbe mutato sul fronte allenatore. Max ha ribadito il concetto anche nelle ultime settimane quando, conquistato lo scudetto con largo anticipo, il tema del suo futuro è diventato centrale nel dibattito. «Io resto, ho comunicato la mia scelta alla società già prima della sfi da con l’Ajax». E anche gli altri massimi dirigenti juventini si sono mantenuti sulla stessa lunghezza d’onda: «Non ci saranno sorprese» disse Fabio Paratici, nel giorno della festa tricolore con la Fiorentina; «Allegri ha ancora un anno di contratto e quindi deve rimanere», ha aggiunto qualche giorno dopo Pavel Nedved. Eppure non tutto è semplice come potrebbe apparire. Perché la porta dei colpi di scena è rimasta sempre aperta, grazie ad alcune postille ai vari ragionamenti. Resto, ha sempre detto Max, «ma dovremo vederci e parlare di tutto». Resta Allegri? «Chi vivrà, vedrà» la chiosa di domenica sera da parte di Nedved. Non certo un’assicurazione sulla vita. Parole, quelle del vicepresidente bianconero, pronunciate poco prima del match con la Roma, cui è seguita la replica di Max: «Sto bene alla Juve e sono contento di rimanere».


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IO RESTO - Stando alle parole dei diretti interessati, l’epilogo più logico è quello di una permanenza di Massimiliano Allegri. Lo ha ribadito lui stesso svariate volte dalla notte choc con l’Ajax, la notte dell’eliminazione dalla Champions League ma anche dell’auto-conferma, corroborata negli stessi minuti dall’assicurazione del presidente Agnelli che nulla sarebbe mutato sul fronte allenatore. Max ha ribadito il concetto anche nelle ultime settimane quando, conquistato lo scudetto con largo anticipo, il tema del suo futuro è diventato centrale nel dibattito. «Io resto, ho comunicato la mia scelta alla società già prima della sfi da con l’Ajax». E anche gli altri massimi dirigenti juventini si sono mantenuti sulla stessa lunghezza d’onda: «Non ci saranno sorprese» disse Fabio Paratici, nel giorno della festa tricolore con la Fiorentina; «Allegri ha ancora un anno di contratto e quindi deve rimanere», ha aggiunto qualche giorno dopo Pavel Nedved. Eppure non tutto è semplice come potrebbe apparire. Perché la porta dei colpi di scena è rimasta sempre aperta, grazie ad alcune postille ai vari ragionamenti. Resto, ha sempre detto Max, «ma dovremo vederci e parlare di tutto». Resta Allegri? «Chi vivrà, vedrà» la chiosa di domenica sera da parte di Nedved. Non certo un’assicurazione sulla vita. Parole, quelle del vicepresidente bianconero, pronunciate poco prima del match con la Roma, cui è seguita la replica di Max: «Sto bene alla Juve e sono contento di rimanere».


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