Lazio, un film visto e rivisto

La grandi ambizioni biancocelesti, sbandierate in rigorosa sequenza da Tare, Lotito e Inzaghi, devono essere riposte nel cassetto già il 20 settembre
Lazio, un film visto e rivisto© AFPS
Alberto Dalla Palma
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E così il 20 settembre le grandi ambizioni della Lazio, sbandierate in rigorosa sequenza da Tare (nell’intervista esclusiva al nostro giornale), Lotito (alla presentazione della squadra femminile) e Inzaghi (alla vigilia della trasferta di Ferrara) devono essere riposte nel cassetto, anche con un pizzico di imbarazzo se davvero la Lazio è questa che perde a Cluj nello stesso modo in cui era crollata domenica scorsa. In vantaggio per 1-0, con molteplici occasioni per raddoppiare e triplicare, la squadra biancoceleste non è rientrata in campo nella ripresa e si è fatta non solo rimontare ma anche battere. Per un club che ha annunciato di voler conquistare un posto in Champions League alzando il livello della sua competitività, questo mese di settembre è davvero il più nero che gli potesse capitare: Spal e Cluj sono squadre modeste, senza grandi obiettivi, eppure la Lazio è caduta e pure male, a conferma, tra l’altro, che il palcoscenico europeo le è assolutamente indigesto.

La quinta sconfitta consecutiva in Europa League rappresenta, probabilmente, il segnale che la società deve fare qualcosa in più sul mercato: non basta confermare le stelle, bisogna anche investire su qualche giocatore di esperienza internazionale in grado di aumentare il livello tecnico del gruppo. Invece Lotito e Tare continuano a investire sulle scommesse (una, Jony, sicuramente già vinta ieri sera con il suo sinistro velenoso) piuttosto che sui campioni e alla fine il campo dice sempre la verità, in campionato e in Europa. La sconfitta di Cluj non mette in discussione la qualificazione ma il fatto che arrivi subito dopo il crollo di Ferrara fa riflettere sugli attuali problemi fisici della Lazio, che non dura nemmeno un’ora. Ed è curioso, infine, che una società che annuncia le proprie ambizioni di vertice non porti in Romania talenti come Luis Alberto e Immobile. Ma un conto è lasciarli a casa in vacanza, un conto è portarli in panchina e chiedergli aiuto quando stai affogando e non hai neanche un salvagente sulla scialuppa: o qualcuno pensa davvero che Cataldi e Adekanye possano cambiare una partita messa male?


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