Salvare la poltrona, uno schiaffo agli italiani

Quando si è alla testa di un movimento che coinvolge milioni di appassionati, non si risponde più al consiglio federale. Si risponde agli italiani. E gli italiani hanno bocciato Tavecchio. Senza appello
Salvare la poltrona, uno schiaffo agli italiani© Getty Images
Stefano Barigelli
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I successi nel calcio possono essere casuali. Le disfatte mai. Hanno sempre un principio e ragioni precise. Il tracollo con la Svezia non è solo figlio di un ct inadeguato, ma anche, anzi soprattutto, di chi ha scommesso su di lui. Al punto di immaginarlo in panchina fino all’Europeo del 2020. Il ministro dello sport, Lotti, e il capo dello sport italiano, Malagò, hanno tratto una conclusione: per rifondare il calcio Tavecchio deve dimettersi. Ma siccome, da quanto si capisce, non basteranno questi inviti perché il presidente della Federcalcio si prenda le proprie responsabilità, aggiungiamo un elemento, che sarebbe grave trascurare. Quando si è alla testa di un movimento che coinvolge milioni di appassionati, non si risponde più al consiglio federale. Si risponde agli italiani. E gli italiani hanno bocciato Tavecchio. Senza appello.

Dopo aver assistito alla più fragorosa, vergognosa debacle del nostro calcio. Peggio del ‘58. Perché allora alla fase finale parteciparono 16 squadre, in Russia andranno in 32. Tutti tranne gli azzurri. Infischiarsene di milioni di italiani significa tradire il proprio ruolo. Tavecchio ha già sbagliato lunedì sera a non metterci la faccia, lasciando che fosse Buffon in diretta tv a chiedere scusa. La qualità di una leadership si misura in circostanze come queste. Tavecchio potrà anche riscuotere oggi il consenso di questa Federcalcio. Ma resterà il dirigente che ha trascinato il nostro calcio al suo punto più basso. Ha trovato una Waterloo senza essere Napoleone.


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