Sacchi attacca Ventura: «Doveva mettere Insigne. Il 5-3-2 è un invito al pessimismo»

L'ex ct azzurro non risparmia critiche all'allenatore appena esonerato: «In Italia non gioca nessuno con la difesa a 5»
Arrigo Sacchi 
 - All'Altetico Madrid dal primo luglio 1998 al 14 febbraio 1999© ANSA
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ROMA - Arrigo Sacchi non lesina critiche a Gian Piero Ventura dopo il tracollo dell'Italia contro la Svezia. L'ex ct contesta le scelte dell'allenatore fresco di esonero soprattutto su due fronti: il primo è Insigne e il secondo è il modulo. «Sono mancate molte cose - spiega -. Ventura doveva mettere Insigne, è il giocatore più in forma e più determinante in questi momenti. Il sistema di gioco poi non ha aiutato. In realtà il suo non è un 3-5-2 ma un 5-3-2 e in Italia non c'è nessuno che gioca con la difesa a 5, è un invito al pessimismo». 

UN PAESE ANTICO - Sacchi riconosce alcuni meriti a Ventura: «Ha fatto cose buone: ha convocato molti giovani, ha dimostrato coraggio, è sempre stato un allenatore positivo. Però doveva fare un miglior uso dei giocatori che offre la Serie A, Insigne non si può discutere. Il problema è stato quello di non usare i giocatori nella posizione che hanno solitamente nei club, la nazionale è un riflesso della Serie A».

GLI ELOGI AL NAPOLI - L'esempio da seguire è quello del Napoli di Sarri: «L'Italia è un Paese antico e per questo è difficile cambiare il suo modo di fare calcio ma ci stiamo provando. Il Napoli di Sarri, per esempio, gioca molto bene ma l'anno scorso ha chiuso terzo e in Italia questo è un disastro perché conta solo il primo. Da noi i dirigenti non hanno cultura calcistica e questa è una tragedia. Berlusconi aveva la cultura della bellezza, intendeva il calcio come spettacolo ma era un caso isolato. Poi c'è un'altra questione: se la sceneggiatura del film non e' buona, non passerà alla storia nemmeno con De Niro».


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