La macchina perfetta

La macchina perfetta© LAPRESSE
Roberto Perrone
3 min

La principale avversaria della Juventus, al di là degli sforzi di Napoli (di più, specie nell’ultima stagione) e Roma, durante il settennato è stata la Juventus stessa. A maggior ragione lo è in questa stagione, quella in cui è statisticamente partita meglio dal 2011: otto vittorie in serie A, più due in Champions League. Dieci successi senza mancia. E i rivali arrancano. Dunque, alla ricerca di punti deboli, difetti, pertugi dove si potesse insinuare un dubbio, alla vigilia di Udinese-Juventus ne avevo elaborati due, uno numerico, l’altro psicologico. Niente di che, però mi sembrava di aver fatto un buon lavoro, perché entrambi potevano rivelarsi due stuzzicanti zavorre sul cammino di Madama.

Il primo riguardava Rodrigo Bentancur, centrocampista ventunenne su cui il club bianconero ha puntato molto. Il suo difetto era la scarsa attitudine al gol. I centrocampisti che non segnano non mi convincono. O sei Rino “Ringhio” Gattuso i cui meriti sono talmente enormi in mezzo al campo da poter convivere con lo zero (o quasi) nella casella “reti”, oppure, per quanto bravo, un centrocampista a secco non serve alla squadra.

Il secondo pertugio riguardava la condizione psicologica di CR7 dopo l’esplosione urbi et orbi della faccenda del presunto stupro di nove anni fa. Una bella botta. In tempi recenti, medesimi episodi che parevano sassolini all’avvio, si sono trasformati in valanghe. Per quanto protetto da mammà, fidanzata, entourage, perfino con la convinzione di aver la coscienza a posto, e con il miglior avvocato visto in Law and Order, vedersi sbattuto sui giornali di tutto il mondo come un mostro, seguendo un rituale già collaudato da un anno in qua, un essere dotato di un minimo di sensibilità non poteva non risentirne.

E invece a Udine, in un sabato piovoso, Bentancur ha segnato il suo primo gol con la Juventus togliendo lo zero dalla sua casella. Cristiano Ronaldo ha dimostrato che nulla lo può distrarre, nulla lo impensierisce, altrimenti non avrebbe giocato come ha giocato e non avrebbe segnato un gol in cui si è vista perfettamente la connessione ad alta velocità tra pensiero e azione.

La Juventus arriva alla sosta di metà ottobre senza una sbavatura. Non sbaglia nulla. Certo, lascia qualcosa agli avversari, perché è nell’ordine dello sport. Però troppo poco per poter pensare di coglierla in fallo. Chi vuole acchiapparla deve comportarsi allo stesso modo.


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