Le porte chiuse non sono il calcio

Il commento di Alberto Polverosi sulle partite senza pubblico
Le porte chiuse non sono il calcio© ANSA
Alberto Polverosi
3 min

Ieri la Fiorentina ha giocato la sua prima amichevole vera contro il Parma. L’ha giocata nel Viola Park senza gente, con le tribune deserte. Brutta scena. Ci ha fatto ripiombare nell’anno della pandemia, quello degli stadi vuoti. Negare ai tifosi di assistere al primo atto ufficiale della nuova stagione non è solo un peccato, non è solo un errore, è soprattutto un gesto contro il gioco del calcio, contro la passione che lo muove. Sia chiaro, il discorso vale per la Fiorentina ma anche per tutti gli altri club che restano a porte chiuse. In questo caso il problema è la mancata agibilità del centro sportivo, inaugurato pochi giorni fa per consentire alla squadra, per la prima volta in un secolo di storia, di fare la preparazione nella sua nuova casa. La società, attraverso il direttore generale Barone, aveva già reso pubblico il proprio disappunto: «Abbiamo fatto di tutto per avere la squadra qui e la tifoseria vicino ai giocatori. Ci aspettiamo qualcosa in più sui tempi, qualcuno si deve prendere la responsabilità sull’agibilità». A loro volta, i club dei tifosi viola e anche quelli del Parma hanno parlato di mancanza di rispetto nei loro confronti. Si può aggiungere che il rispetto manca nei confronti del gioco del calcio che non ha senso se non va in mezzo alla gente, se non è pensato per la gente.

La Fiorentina e le partite a porte chiuse

È incredibile come a Firenze non si riesca, per una ragione o per l’altra, a trovare sintonia e serenità quando si parla delle strutture. Sullo stadio siamo fuori da ogni logica e giustamente la Fiorentina chiede di poter giocare al Franchi anche durante gli eventuali lavori di ricostruzione. E ora anche intorno al gioiello di Bagno a Ripoli sta nascendo una polemica. Giusta, giustissima. Ma qui la soluzione si può trovare, almeno per la prossima amichevole col Catanzaro in programma sempre al Viola Park domenica prossima. Peraltro fra la tifoseria viola e quella calabrese esiste un gemellaggio che va avanti da mezzo secolo. Ecco, nessuno impedisce alla Fiorentina di giocare questa partita altrove. Se non al Franchi (problemi al manto erboso dopo i concerti), va bene in qualunque altra città della Toscana o perfino alle Due Strade, periferia di Firenze, uno stadio che contiene più di 3.000 spettatori. Meglio un numero chiuso che chiudere a tutti. Ci vogliono un po’ di buona volontà e un po’ di buonsenso. Ci siamo battuti a lungo per impedire che, durante i futuri lavori allo stadio, i tifosi e la squadra fossero costretti a emigrare per due stagioni. Squadra e tifosi sono una cosa unica, sono quello che conta e separarli è un errore, anzi, un danno per il calcio.


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