Retroscena Conte: ecco i 4 motivi dell'addio all'Inter

Dal mercato al rapporto logoro con Marotta fino alla lettera di minacce ricevuta a novembre: tutte le ragioni di una rottura che sembra ormai inevitabile
Retroscena Conte: ecco i 4 motivi dell'addio all'Inter© Inter via Getty Images
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ROMA - Tre giorni per staccare la spina, tre giorni per riflettere, tre giorni per decidere anche una strategia. Conte ha scelto la Liguria, Bergeggi per essere precisi, per digerire l’amarezza della sconfitta con il Siviglia. Ma soprattutto per prepararsi al confronto con Steven Zhang e il resto della dirigenza, fissato per martedì.

Conte nervoso per i 30 milioni persi e i problemi con Ausilio

Sarà una sorta di dentro o fuori. Al quale il tecnico leccese, nervoso per la vicenda dei 30 milioni persi per una truffa, si presenterà agguerrito e fermamente deciso a portare avanti le sue istanze. E’ vero che parte della questione riguarda il mercato, visto che Conte vorrebbe garanzie sulla portata degli investimenti e pure di essere maggiormente ascoltato al momento delle scelte. In questo senso, aver preso Eriksen a gennaio, invece di Vidal, è una scoria che ancora non ha smaltito. Tuttavia, il vero problema sono i suoi rapporti con la dirigenza, e nello specifico con Marotta e Ausilio.

Conte chiede più potere decisionale

Conte vorrebbe avere più potere decisionale, per di più allargando il suo campo di influenza. Il suo modello resta la Juve e vorrebbe che l'Inter la replicasse in tutto e per tutto. Qualcuno sostiene che arriverà a chiedere la testa di uno o addirittura di entrambi. Assodato che non verrà accontentato, sorprende e non poco come si sia deteriorato il legame con l’ad che è stato anche l’artefice del suo sbarco all’Inter. Con il ds le prime scintille risalgono ad autunno, ma paradossalmente, dopo lo sfogo di Bergamo, c’è stato un riavvicinamento, conciso con l’inizio dell’avventura finale in Europa League. Con Marotta, invece, è tutto precipitato nelle ultime settimane. Basti ricordare quando, dopo il pareggio con la Roma, Conte parlò di «calendario folle», insinuando che «quando è stato fatto, noi non eravamo presenti». Quell’attacco diretto era il frutto di un risentimento che stava già covando e che era ormai sul punto di esplodere. Più in generale, l’allenatore pugliese non si è sentito protetto e tutelato dalla dirigenza, che, dal suo punto di vista, avrebbe preso una direzione, senza tenerlo in adeguata considerazione.

Conte voleva un altro tipo di mercato

Sul mercato, ad esempio, si è puntato più sui giovani invece che su elementi esperti e più pronti per vincere subito. Non ha funzionato nemmeno la comunicazione, sia all’esterno sia all’interno, in particolare nei confronti del presidente, a cui in questi mesi sarebbe stata raccontata soltanto parte di tutto quello che avveniva. E questo spiegherebbe anche la famosa mail inviata a Zhang, senza coinvolgere Marotta e Ausilio. Anche un’altra dichiarazione post-Siviglia nasconde un’accusa in questo senso: «Mi ha dato molto fastidio perché è passato il concetto che Steven e io non avessimo un rapporto o che il papà del presidente era stizzito. A me non è arrivato nulla di tutto questo, magari qualcuno ha avuto interesse a passare certe notizie per creare problematiche». Conte ritiene, inoltre, che ci siano state troppe fughe di notizie, a dimostrazione di un club non adeguatamente blindato. E questo spiegherebbe il riferimento alla famiglia e alla vita privata fatto nella notte di Colonia. Tutto nascerebbe dalla lettera di minacce ricevuta lo scorso novembre dal tecnico leccese, che aveva chiesto non venisse riportata al pubblico.

Inter, se lascia Conte via anche Oriali

Come si può intuire, la carne al fuoco è molta, forse troppa per immaginare che, attraverso un semplice confronto, si possa arrivare se non ad una pace, almeno ad un punto di incontro a metà strada. Del resto anche per come si è esposto e per i termini che ha usato, Conte dovrebbe compiere una marcia indietro piuttosto complicata da giustificare. Insomma, lo scenario più probabile è che la prossima settimana si consumi l’addio. Che, peraltro, avrà anche altre conseguenze. Con il tecnico, infatti, se ne andrebbe anche Oriali (che Mancini riprenderebbe di corsa in azzurro). Il legame tra i due, infatti, è troppo stretto per pensare che i loro destini possano essere separati.


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