Inter, quante spine per Conte

Il tecnico avrebbe meritato i tre punti ieri a Kiev contro lo Shakhtar, ma deve sistemare parecchie cose a centrocampo e in attacco. Il doppio match contro il Real Madrid rischia di complicare il cammino in Champions: ad Handanovic e compagni serve un'impresa.
Inter, quante spine per Conte© ANSA
Andrea Ramazzotti
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MILANO - Il giorno dopo lo 0-0 di Kiev contro lo Shakhtar è quello delle riflessioni e la sensazione di aver sprecato una grande occasione è palpabile. Il pareggio in extremis del Real Madrid sul campo del Borussia Mönchengladbach permette all'Inter di guardare la classifica con sufficiente serenità perché la situazione non è compromessa. Gli ucraini sono in testa con 4 punti, seguono i nerazzurri e i tedeschi con 2 e chiudono a sorpresa le merengues con 1. Il giorno dei sorteggi andati in scena a Ginevra nessuno si sarebbe aspettato dopo due turni un simile scenario. Di certo la formazione di Zidane finora ha latitato, ma pure quella di Conte qualche punto per strada lo ha lasciato. Soprattutto nel secondo match, quello di ieri sera quando avrebbe potuto e dovuto centrare la vittoria.

FUTURO A RISCHIO - Dopo aver alzato la Champions nel 2009-10, il cammino dell'Inter nella coppa più prestigiosa è stato irto di ostacoli e delusioni: i quarti con eliminazione da parte dello Schalke '04 nel 2010-11, gli ottavi la stagione successiva (2011-12) con il Marsiglia nelle vesti di killer, poi niente più partecipazioni fino al 2018-19 quando è arrivata la prima delle due eliminazioni alla fase a gironi: terzo posto, come nel 2019-20. I nerazzurri hanno perso il feeling con la vittoria in Champions e stanno faticando a ritrovarlo anche con il panchina un tecnico vincente (almeno tra i confini nazionali) come Antonio Conte. Il domani di Handanovic e compagni prevede due incontri con il Real Madrid, il primo martedì a Valdebebas. Non il massimo della vita perché in campo Sergio Ramos e compagni si presenteranno con l'acqua alla gola e con zero possibilità di sbagliare. In caso di sconfitta l'Inter potrebbe trovarsi all'ultimo posto solitario nel girone, dunque momentaneamente fuori anche dall'Europa League. Sarebbe un bello smacco oltre che un danno economico visto che la partecipazione al group stage della Champions nel 2019-20 ha garantito 44 milioni. E passando agli ottavi ne sarebbero arrivati altri 9,5.

DIFFICOLTA' IN MEZZO - I pareggi contro Borussia Mönchengladbach e Shakhtar Donetsk sono stati molto diversi tra di loro. Giusto il primo, un po' meno il secondo perché i nerazzurri hanno fatto molto di più degli ucraini, praticamente incapaci di concludere nello specchio di Handanovic. Le traverse colpite da Barella e Lukaku, abbinate con il gol clamoroso fallito da Martinez e con un rigore non dato per fallo sul belga, fanno capire che Conte avrebbe meritato i tre punti, eppure la prova offerta nella ripresa non è stata convincente. Lo Shakhtar, che aveva resistito nei primi 45', ha continuato a difendersi e l'Inter non ha trovato la forza per metterlo in difficoltà quando avrebbe potuto crollare. E' indubbio che alla squadra manchi qualità e la manovra ne risente. A parte Eriksen, il cui rendimento e il cui impego è ormai un doppio caso, anche altri in mezzo non stanno rendendo come lecito attendersi. Forse perché stanchi, impiegati spesso o in un ruolo a loro non congeniale, Vidal e Brozovic non brillano; Sensi e Vecino sono out per infortunio, Nainggolan e Gagliardini appena rientrati dal Covid. L'unico su grandi livelli è Barella, ma da solo non basta. E pure in attacco ci sono problemi perché, se Lukaku è una certezza, Martinez nelle ultime due gare ha stentato, Sanchez è spesso infortunato e Pinamonti deve crescere per giocare in Champions. Insomma, serve una scossa e in fretta perché sabato c'è il Parma a San Siro, ma dopo toccherà al Real. La Champions non aspetta e se l'Inter vuole evitare la terza eliminazione di fila alla fase a gironi, nelle prossime due gare contro il club di Florentino Perez deve fare un'impresa.


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