Napoli, la strana notte del San Paolo: da Insigne al fantasma di Sarri

Soltanto 19.604 spettatori ad assistere alla gara contro l’Atalanta. Cori di protesta contro De Laurentiis: «Meritiamo di più» e anche uno striscione dedicato all'ex tecnico, ora al Chelsea
Napoli, la strana notte del San Paolo: da Insigne al fantasma di Sarri© FOTO MOSCA
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Il San Paolo accende la macchina del tempo: e all’improvviso, per pochi secondi, torna ad aleggiare il fantasma di Maurizio Sarri. Con tanto di lenzuolo bianco, pardon di striscione che un gruppo di tifosi organizzati di una curva tira fuori a ridosso del secondo tempo. “Sarri uno di noi”, il testo firmato. E giù qualche coretto a coté che però non rimbomba nel semideserto chiamato stadio: 19.604 gli spettatori della Pasquetta azzurra che più nera non si può; pochi di più rispetto a quelli registrati con la Lazio nella giornata da record negativo di presenze in campionato (20 gennaio, 19.448). Numeri, certo, che però fanno il paio con un’altra storia che si ripete dopo il pareggio dell’Atalanta: seconda contestazione consecutiva a De Laurentiis della settimana dopo quella violenta con l’Arsenal. Cosa manca per ricostruire l’atmosfera Europa League? Lorenzo Insigne, certo. L’uomo del caso della notte di coppa che ieri compare soltanto nella distinta: Ancelotti lo esclude dalla formazione titolare e non lo spedisce dentro neanche sul 2-1 per i nerazzurri. Anzi, per la precisione, non lo manda neanche a fare il riscaldamento.

CAPITANO SEDUTO - E allora, chi l’ha visto: chi, se non i colleghi seduti al suo fianco a gelare a bordocampo. Non dall’inizio e neanche a partita in corso: il capitano non c’è, non entra, non gioca. L’ultima scena e le ultime tracce di Insigne e del Napoli risalgono a qualche giorno fa: per la precisione alla sequenza thrilling costruita con la sostituzione nel bel mezzo della sfida con i Gunners; il dialogo fitto e segreto con Ancelotti, blindato da una mano sapiente davanti alla bocca; il rientro negli spogliatoi in perfetta solitudine, a un quarto d’ora dalla fine; la frase di papà Carmine contro Carletto - «Ancelotti è un pacco» – puntualmente smentita. Poi, null’altro da segnalare: perché Lorenzo non si alza a riscaldarsi neanche quando la squadra va sotto per 2-1. Zero: dentro Younes e poi Verdi, non lui. Un segnale, altroché. Proprio come la mano che il tecnico gli tende a fine partita con parole dolci.

LA CONTESTAZIONE - Amara, dicevamo, è invece la contestazione ripetuta dalle curve del San Paolo nei confronti di De Laurentiis: cori e canti. E poi due concetti ripetuti a più riprese: «Meritiamo di più» e «Noi vogliamo vincere». E’ sottoforma di striscione, invece, che un gruppo di abitanti di una curva rispolvera per la prima volta dall’inizio della stagione il nome di una persona ormai lontana chilometri. «Sarri uno di noi», si legge per poco. Un flash. Che però spacca il buio.

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