Lite furiosa tra Edoardo De Laurentiis e Allan: cosa è successo

Il vicepresidente irrompe nello spogliatoio dopo il pari contro il Salisburgo e scoppia il caos: duro faccia a faccia con il brasiliano
Lite furiosa tra Edoardo De Laurentiis e Allan: cosa è successo
Antonio Giordano
4 min

A quell’ora lì, quando le tenebre si sono prese pure l’anima, persino in un “santuario” - qual è uno spogliatoio - può scappare una parolina ad alta voce, che poi diviene un’eco e si trasforma in frastuono: però, tutto comincia lunedì pomeriggio, in una vigilia aspra che lascia scorie - o saranno state gocce di benzina - e in quell’atmosfera di per sé già cupa. Il primo giorno a Castel Volturno, il primo d’una lunga serie destinata a concludersi alla domenica mattina - per alcuni il momento in cui non resta altro da fare che tornare a casa, dare un bacio a moglie e bambini, rifare la valigia e poi partire per il raduno delle Nazionali, una settimana almeno da aggiungere a quella in corso - il Napoli sta cominciando a sbriciolarsi, (in)consapevolmente, perché la strana idea, che è anche assai pazza, induce a sragionare e a suggerire ai cinque senatori del gruppo una linea che appartiene ad ognuno: si chiama insubordinazione, poi ognuno può decidere di codificarla come gli pare, però è la volontà precisa di entrare in conflitto con la proprietà, di disattendere ad una decisione che rientra legittimamente nei poteri d’un club sull’orlo di una crisi di risultati, che poi travolgerà anche i nervi. «Ma noi a Castel Volturno per sette sere non ci andiamo».

La furiosa lite fra Allan e Edoardo De Laurentiis

Napoli-Salisburgo viene considerata uno spartiacque, vincerla e poi intercedere direttamente su Aurelio De Laurentiis buttandola con leggerezza sull’ironia («dài, pres, hai visto che regalo ti abbiamo fatto, ora fanne uno a noi») e per chiedergli di annullare quel provvedimento e comprendere le ragioni del loro dissenso. [...] Il ritiro “costruttivo” (?), viene catalogato come decisione punitiva, alimenta una reazione di pancia, spinge a scavalcare recinti invisibili oltre i quali il terreno diviene minato: il resto è un attimo. La sagoma di Edoardo De Laurentiis - non solo il vice presidente, ma uno degli eredi del presidente - compare improvvisamente, come spesso accade e, forse, quello è il momento meno propizio per incrociare gli sguardi e poi le rispettive opinioni con Allan: ci vuole poco, su un pavimento reso già infiammabile dalle implosioni precedenti, che esploda il caso e poi il caos, e che la frattura si allarghi, divenga quasi incontrollabile, travolga e lasci ancora gli avanzi di un malessere che ormai è di chiunque, d’una squadra che ha deciso, autonomamente, di “insorgere” e di una società che scopre lo stupore per una scelta così lacerante, una ferita da rimarginare in fretta attraverso la mediazione delle parti e una serie di messaggi che poi partono all’alba del mercoledì. [...]

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