Roma, Mancini: "Nessuna pressione, qui per fare il massimo. Fonseca come Gasp"

Il difensore: "Mi piace il gioco del mister. Kolarov è impressionante"
Mancini - difensore© LAPRESSE
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ROMA - Lo voleva a gennaio Monchi, è arrivato invece a luglio con Petrachi. Gianluca Mancini dopo essere stato ufficializzato lo scorso 17 luglio, questo pomeriggio si è presentato in conferenza stampa, nella sala Champions di Trigoria. 

"Mancini è un difensore giovane, italiano e nel giro della Nazionale. Ha tutte le caratteristiche che cercavamo in un difensore. Siamo convinti che abbia ancora ampi margini di miglioramente per questo abbiamo investito tanto su di lui", le parole di Morgan De Sanctis". 

Che cosa le ha chiesto Fonseca?
"Il mister mi ha detto delle situazioni tattiche, soprattutto per noi difensori. Difesa alta, grande pressing ma anche grande circolazione di palla e l'impostazione del gioco. Ci sono molti giocatori che mi hanno impressionato: se devo fare un nome Kolarov. Mi faceva impressione in partita, adesso che mi alleno con lui ancora di più".

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Si sente maturato?
No, sono molto giovane. Ho ancora da fare molta strada e sono agli inizi. Ho fatto un buon campionato ma c'è ancora tempo di allenarmi. Ora sono qui e sono contento di allenarmi con questo miste". 

In cosa deve migliorare?
"In tante cose. Nella rapidità, nelle marcature anche a zona visto che sono abituato a marcare a uomo. Ci sono caratteristiche in cui mi sento a mio agio, altre invece dove devo migliorare". 

La carriera di De Rossi? 
"Lo seguivo quando avevo dieci anni, l'ho visto vincere il Mondiale. Ha fatto qualcosa di straordinario. Essere nel club dove ha vissuto quasi tutta sua sua carriera sportiva è un motivo di orgoglio e sicuramente un motivo per onorare ancora di più la maglia".

A gennaio è stato vicino alla Roma.
"Ci sono state delle chiacchierate, ma poco di cocreto. Non era mia intenzione trasferirmi a gennaio per rispetto all'Atalanta. Volevo finire la stagione con loro". 

Fonseca le ricorda Gasperini?
"È il mio quinto allenamento, ma è vero. Qualcosa rivedo in Gasperini anche se ognuno ha le sue idee. Come intensità e dispendio fisico assomiglia a Gasperini". 

Ha mai avuto il dubbio di lasciare l'Atalanta? 
"A Bergamo ho trascorso due anni bellissimi. Non ho mai avuto dubbi sul passaggio: vestire questa maglia è motivo d'orgoglio e ripaga tanti sacrifici che ho fatto da quando ho cominciato a giocare. Gasperini ci preparava al meglio, quando entravamo in campo eravamo un blicco unico e giocavamo alla perfezione. Darà il massimo per questa maglia e spero di raggiungere grandi risultati". 

Il modo di difendere di Fonseca?
"Ho fatto pochi allenamenti fino ad ora. Il pressing, lo stare alti con la linea, non avere paura di rimanere alti. In Italia eravamo abituati a scappare per difendere: lui ci chiede di non avere paura". 

Ha contattato Gasperini?
"Ci siamo sentiti, ci siamo fatti un in bocca al lupo".

Cosa le piace di più della filosofia di gioco di Fonseca? Sente di avere la giusta personalità per fare il titolare?
"Mi piace che il mister non abbia paura di giocare palla dal basso. Mi piace questo modo di giocare. La pressione? Ci vuole, serve quella positiva non quella di aver paura di sbagliare. Facciamo il mestiere più bello al mondo, io faccio parte di una squadra fantastica". 

Il passaggio dalla difesa a tre o a quattro può essere traumatico? Il compagno di difesa ideale?
"Ho avuto la fortuna di fare questo cambiamento in Nazionale e sono abituato. Sta da parte mia capire subito quello che chiede il mister e apprenderle facilmente. I compagni sono tutti forti: Juan e Fazio sono due grandissimi giocatori e devo imparare da loro". 

Gli ingaggi dei giocatori?
"Tutto rientra in un progetto condiviso, sia dal punto di vista tecnico sia economico. Da qui in avanti dobbiamo fare un altro ingresso di un difensore centrale. Tutte le altre decisioni verrano prese guardando i parametri tecnici ed economici". 


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