Roma, i dubbi di Fonseca e i timori di un esonero

Il presidente Pallotta si schiera con il tecnico ma la situazione continua ad essere delicata
Roma, i dubbi di Fonseca e i timori di un esonero© LAPRESSE
Roberto Maida
3 min

Uno schieramento a testuggine protegge Paulo Fonseca. I giocatori più importanti hanno rassicurato la dirigenza: non lo hanno scaricato, proveranno anzi a salvarlo perché lo stimano. In più ieri James Pallotta ha cinguettato dagli Usa un messaggio forte: «Il futuro di Fonseca non è in discussione. Ha il mio totale supporto». E anche i tifosi sembrano per una volta d’accordo con il presidente: negli striscioni esposti ieri nei pressi di Trigoria, nel mirino figurano “solo” la dirigenza e la squadra. Eppure la Roma si avvicina con enorme inquietudine allo scontro diretto per il quinto posto contro il Napoli. Paradossalmente sono proprio i motivi di cui sopra a non tranquillizzare l’allenatore: se un presidente esce allo scoperto per confermare la fiducia, se i manager ritengono opportuno ascoltare il parere della squadra, significa che la società sta davvero riflettendo su un possibile cambio di timoniere. La speranza a Trigoria è che il punto più basso sia stato toccato contro l’Udinese. Perché esonerare Fonseca a campionato compromesso, dopo aver già defenestrato Petrachi, significherebbe smantellare un altro progetto tecnico senza garanzia di miglioramento nell’immediato. Quale livello di allenatore, nelle attuali condizioni finanziarie della Roma, potrebbe essere raggiungibile? Peraltro, con un probabile passaggio di proprietà nei prossimi mesi, ciò che serve oggi potrebbe diventare inutile domani a fronte di nuovi quadri dirigenziali.

Flash

Fonseca, da parte sua, prova a ostentare normalità negli 8 minuti e mezzo di conferenza virtuale che precede la trasferta (tutta in giornata: partenza stamattina, rientro stanotte). Non contempla l’ipotesi di dimettersi, anche se al San Paolo dovesse arrivare la decima sconfitta, né si aspetta di essere esonerato: «Non mi sono mai sentito abbandonato. Sento il sostegno della società, dei dirigenti, del presidente». Che però dopo la sconfitta infrasettimanale aveva usato l’espressione profetica («I’m disgusted») già utilizzata prima dell’allontanamento di Garcia e Di Francesco. «Non tutte le cose sono andate male contro l’Udinese - continua Fonseca - ma è chiaro che nessuno può essere contento del nostro momento. Non lo sono i tifosi e non lo sono neppure io. Ma come ho già detto altre volte, i bilanci si fanno alla fi ne. Mancano 9 partite e poi c’è l’Europa League. Io devo solo a pensare a trovare le soluzioni che migliorino il rendimento della squadra, non possiamo pensare che sia tutto finito».

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