Saravia, l’esame con Neymar e le relazioni di Simeone

E’ un terzino destro, ha 25 anni, fa parte della nuova Argentina del ct Scaloni e gioca nel Racing di Avellaneda, che ha appena vinto il titolo: dai complimenti ricevuti per la marcatura del brasiliano all’offerta dell’Atletico Madrid.
Saravia, l’esame con Neymar e le relazioni di Simeone
Stefano Chioffi
4 min

ROMA - Non è stato un selfie, ma lo scatto di un fotografo. E in poche ore ha fatto il pieno di like su Instagram. Nel cuore di un salottino privato, in un angolo del centro sportivo di Ezeiza, vicino a Buenos Aires, durante l’ultimo ritiro della nazionale argentina, sei giocatori convocati dal ct Lionel Scaloni hanno mostrato con orgoglio la maglia del Racing di Avellaneda: dal portiere Juan Musso al fantasista Rodrigo De Paul (entrambi ora all’Udinese), dal mediano Marcos Acuña (Sporting Lisbona) all’attaccante Lautaro Martinez (Inter), dal terzino destro Renzo Saravia alla mezzala Matias Zaracho (studiato dalla Lazio). Storie diverse, unite dallo stesso filo: al “Cilindro”,  nel mitico stadio della “Academia”, si sono fatti conoscere, hanno dato una direzione alle loro carriere.

IL PRINCIPE - Riconoscenza e affetto in quell’idea di celebrare la loro presenza nella Seleccion: una foto rilanciata subito dai social del Racing, che ha appena vinto il diciottesimo titolo della sua storia, stavolta con la regia di Diego Milito dietro una scrivania. Nel 2014 era stato lui, “el Principe”, da centravanti, a firmare il successo in campionato, segnando sei gol, mentre adesso ha fatto la differenza ricoprendo il ruolo di segretario tecnico, prezioso anello di congiunzione tra la squadra, l’allenatore Eduardo Coudet e la società, governata dal presidente Victor Blanco, eletto il 27 settembre del 2013, radici spagnole, classe 1946, nato in Galizia e scappato con i genitori in Argentina quando aveva cinque anni, a causa della dittatura di Francisco Franco.

IL MODELLO - Bilancio da manuale, i conti sono l’espressione di un club che funziona come un computer. E trova la sua benzina a costo zero in un settore giovanile in grado di reggere la competizione con le scuole prestigiose del Boca Juniors e del River Plate. Organizzazione, semestrali in attivo, talenti e gli schemi di Coudet, ingaggiato alla fine di novembre del 2017 dopo il divorzio tra il Racing e Diego Cocca, che nel 2014 aveva conquistato il diciassettesimo titolo. Soprannominato il “Chacho”, ex centrocampista del Rosario Central e del River Plate, Coudet era tornato da poco in Argentina dopo l’esperienza in Messico sulla panchina del Tijuana. In quel momento il Racing ha cominciato a sistemare i primi mattoni di una costruzione perfetta: come in un gioco ad incastri, l’Academia ha trovato la formula giusta per vincere la Primera Division: 57 punti in 25 giornate, 17 successi, 6 pareggi, 2 sconfitte, 43 gol realizzati e 16 subiti, migliore attacco e difesa meno battuta del torneo.

SIMEONE - Lisandro Lopez è stato il capocannoniere del Racing e della Primera Division: 17 gol a trentasei anni, un secondo capitolo della sua carriera dopo aver girato l’Europa (Porto e Olympique Lione), il Brasile (Internacional di Porto Alegre) e il Qatar (Al-Gharafa). Lopez è la luce, il punto di riferimento di una squadra costruita con il 4-4-2, impreziosita dai dribbling e dalle geometrie di Zaracho (classe 1998) e dalla spinta del terzino destro Renzo Saravia (1993), gli ultimi due gioielli di un Racing abituato a realizzare buoni affari sul mercato. Zaracho piace alla Lazio, ma anche all’Atletico Madrid. E Simeone ha inserito tra i possibili obiettivi della prossima estate anche Saravia, nato a Villa Maria il 16 giugno del 1993, che il Racing è andato a prendere nel Belgrano: cross, personalità, attenzione in marcatura. Buona tecnica, ventuno presenze in Primera Division, tempi giusti in fase di inserimento e un contratto fino al 2022.

NEYMAR - Saravia è costato 150.000 dollari, ora il Racing chiede otto milioni di euro. Il ct Scaloni lo ha schierato tre volte tra i titolari: lo ha fatto debuttare l’8 settembre del 2018 contro il Guatemala (3-0) e lo ha riproposto in seguito nelle partite con il Brasile (0-1) e il Messico (2-0). Nella sfida con la Seleçao aveva ricevuto dai giornalisti argentini buoni voti in pagella, perché era riuscito a frenare Neymar, sfruttando una delle sue qualità: l’anticipo.


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