Diallo, che debutto accanto a Marquinhos: il Psg vince la settima Supercoppa di fila

Difensore centrale, 23 anni, francese, origini senegalesi, è arrivato in estate dal Borussia Dortmund ed è costato 32 milioni: perfetta l’intesa con il brasiliano nella finale vinta per 2-1 in rimonta contro il Rennes.
Diallo, che debutto accanto a Marquinhos: il Psg vince la settima Supercoppa di fila
Stefano Chioffi
3 min

ROMA - In Cina ha fatto il turista: berretto con la visiera, tuta, scarpe da ginnastica, ha viaggiato con il Paris Saint Germain per rispettare gli accordi commerciali legati alla finale di Supercoppa e poi si è accomodato in tribuna, nonostante uno stipendio da due milioni e mezzo al mese. Ma anche senza Neymar, squalificato per tre giornate dalla federazione francese e sparito da un bel po’ di tempo dalle mappe, tra infortuni e capricci, vacanze sullo yacht e voli di rientro con il jet privato rinviati spesso all’ultimo minuto, rimane un Paris Saint Germain da cinema, almeno nel perimetro della Ligue 1, dove il distacco dal resto della compagnia è quasi abissale, rimarcato da una rosa che vale un miliardo: settima Supercoppa consecutiva, illuso e poi battuto il Rennes, superato in rimonta con due capolavori di Mbappé e Di Maria. Il brasiliano, ormai, fa vita da separato, non parla con Leonardo e con Tuchel, ha chiesto allo sceicco di essere ceduto e ritiene che lo strappo sia definitivo: non vede l’ora di lasciare la sua villa a cinque piani alla periferia di Parigi (nel piccolo comune di Bougival) - affittata per ventimila euro al mese - e di sposare un’altra volta il Barcellona, che l’attaccante (battezzato nel Santos da Pelé e gestito dal papà-manager) aveva salutato nell’estate de 2017 sfruttando una clausola-record da 222 milioni.

LA CINA - Non ha giocato, Neymar, a Shenzhen, nella finale di Supercoppa disputata sabato in Cina: è rimasto a guardare, doveva scontare un altro turno della squalifica ricevuta alla metà di maggio per aver spinto un tifoso dopo la Coppa di Francia persa con il Rennes. Aspetta il Barcellona, non cambia idea. E Mbappé, a Shenzhen, lo ha invitato scherzando a non partecipare alla premazione. Capelli biondi, tatuaggi, orecchini con diamanti, qualche selfie con le hostess dello stadio: Neymar, alla vigilia della sfida, ha fatto un po’ di stretching e qualche giro di campo con i compagni (da Verratti a Cavani) e poi lo spettatore. Ma il Paris Saint Germain è risalito lo stesso sull’aereo con un altro trofeo, il ventiduesimo da quando - nel 2011 - il club è diventato di proprietà del fondo Qatar Sports Investments. Un battesimo perfetto anche per Abdou Diallo, ventitré anni, passaporto francese e origini senegalesi, difensore centrale, uno dei tre acquisti (con gli spagnoli Ander Herrera e Pablo Sarabia) inseriti a Shenzhen nel blocco dei titolari dal tecnico tedesco Tuchel.

LEONARDO - Diallo ha giocato accanto a Marquinhos: è costato trentadue milioni, è arrivato alla metà di luglio dal Borussia Dortmund. Il direttore sportivo Leonardo lo seguiva da tempo, si era concentrato su Diallo anche quando lavorava nel Milan. Il difensore è cresciuto nel settore giovanile del Monaco, ha maturato un po’ di esperienza in Belgio, nello Zulte Waregem, si è fatto scoprire in Bundesliga con la maglia del Mainz e nel 2018 si è legato al Borussia Dortmund, dove si è consacrato: ventotto presenze e un gol in Bundesliga contro l’Eintracht Francoforte. E’ nato il 4 maggio del 1996 a Tours, è alto un metro e 87, è mancino: anticipo, colpo di testa, lancio, rapidità in marcatura. Con il Paris Saint Germain ha firmato un contratto fino al 2024.


© RIPRODUZIONE RISERVATA