Camavinga, una regia da 8 in pagella contro il Psg

Ha sedici anni, gioca nel Rennes, è diventato a sorpresa il personaggio da copertina della Ligue 1 dopo la splendida prova davanti a Mbappé e a Verratti. Suo l’assist per il gol della vittoria (2-1): il giornale “France Football” lo ha inserito nella Top 11 della seconda giornata
Camavinga, una regia da 8 in pagella contro il Psg
Stefano Chioffi
4 min

ROMA - Ha ricevuto otto in pagella, la rivista “France Football” lo ha inserito nella Top 11 della seconda giornata. A sedici anni si è inventato una partita sublime, da playstation, contro il Paris Saint Germain: Eduardo Camavinga è l’affare a costo zero e la reclame ideale di una Ligue 1 che sul mercato fa registrare un saldo con segno positivo di 287 milioni. Ha l’età di un liceale, è un regista-mediano con l’autostima e il senso dell’orientamento di un giocatore smaliziato. Salario quasi da minimo sindacale e treccioline alla Gullit, sostanza e geometrie: è la benzina del Rennes, che prova a rinnovare così la sua buona tradizione a livello di vivaio, dopo aver lanciato Sylvain Wiltord, Yoann Gourcuff, Yann M'Vila, Moussa Sow, Yacine Brahimi e Ousmane Dembelé. Domenica sera è salito in cattedra, ha fatto la differenza, senza apparire mai in soggezione di fronte a Mbappé e Verratti, a Draxler e Marquinhos, che Tuchel sta schierando da un po’ di tempo nel ruolo di mediano. Sessantaquattro palloni giocati, il 97,6% di passaggi riusciti, 17 contrasti vinti, 6 falli subiti e l’assist per il gol di Romain Del Castillo, che ha firmato il 2-1 e la sconfitta del Paris Saint Germain, sei titoli nelle ultime sette stagioni.

LA STORIA - “Respira calcio, non si pone la domanda di chi si trovi davanti”, ha raccontato Landry Chauvin, che ha guidato il settore giovanile del Rennes. Camavinga è nato in Angola, a Miconje, il 10 novembre del 2002, ma durante la guerra civile è fuggito in Bretagna con la sua famiglia quando aveva due anni. Ha il passaporto francese. Potenzialità notevoli: ritmo, lancio, attenzione in fase di copertura, pressing, passo, tocco raffinato. E’ alto un metro e 82, è mancino, la sua forza va ricercata anche nella naturalezza, nella semplicità, nella capacità di leggere situazioni in modo concreto, maturo, saggio. Dopo la partita con il Paris Saint Germain, i tifosi del Rennes lo hanno applaudito a lungo al Roazhon Park ed è stato elogiato dal presidente Olivier Letang davanti alla telecamere.

LA FIDUCIA - Julien Stephan, tecnico del Rennes, lo considera il grande equilibratore del reparto centrale, di un 3-5-2 che sembra l’abito giusto dei “Rouges et Noirs”, al comando della classifica dopo due giornate: sei punti, come l’Olympique Lione di Sylvinho (ex vice di Mancini nell’Inter ed ex collaboratore del ct Tite nella nazionale brasiliana) e come il Nizza, allenato da Patrick Vieira. Camavinga è il faro del Rennes: titolare per novanta minuti nel debutto in casa del Montpellier (1-0, gol di Jeremy Morel) e “homme du match” contro il Paris Saint Germain (2-1 in rimonta, gol di M'Baye Niang, ex Milan e Torino, e di Romain Del Castillo, dopo il lampo di Cavani per un pasticcio della difesa).

JUDO E CALCIO - Il pallone non è stato il suo primo amore. Da bambino praticava il judo in una palestra vicino a casa. A dieci anni, poi, la scintilla per il calcio nell’AGL-Drapeau Fougeres, dove ha trovato come guida e consigliere Joseph Burel, responsabile della struttura e  punto di riferimento per Camavinga, scoperto più avanti - nel 2013 - dal Rennes. Maglia numero diciotto, un contratto firmato fino al 2022, dieci presenze (nove in Ligue 1 e una nella finale di Supercoppa, persa il 3 agosto contro il Paris Saint Germain). Ha esordito in campionato il 6 aprile del 2019: pareggio (3-3) in trasferta con l’Angers, un minuto in campo al posto di Niang. Il tecnico del Rennes era già Stephan, che a distanza di pochi giorni - il 27, allo stadio di Saint-Denis - avrebbe conquistato la Coppa di Francia ai rigori (6-5) contro il Psg, puntando a centrocampo su Grenier (ex Roma) e André, ma anche sulla fantasia di Ben Arfa.


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