Joker di Todd Phillips presentato a Venezia 76

Il film con Joaquin Phoenix ha incantato il Lido e per l'attore si parla già di Premio Oscar, oltre che di Coppa Volpi.
Joker di Todd Phillips presentato a Venezia 76
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Todd Phillips, Joaquin Phoenix, Zazie Beetz hanno presentato in Concorso a Venezia 76 Joker, uno dei film più attesi dell'intera Mostra e dell'intera stagione cinematografica. La storia, riprende il mito del personaggio dei fumetti DC prima che diventasse tale.

L’aspetto che più interessava Todd era approfondire la storia di un personaggio così complesso e interessante come quello di Arthur Fleck, partendo da pochissimi riferimenti e contando sulla presenza di un attore fantastico. Seppur ispirati da The man who laughs, Todd Phillips e Joaquin Phoenix tengono a precisare che il lungo percorso di costruzione del personaggio è stato unico e non dettato da alcuna regola. Hanno dato vita ad Arthur senza appigliarsi a elementi precisi, partendo da zero, affinché potessero imprimere alla smorfia del comico fallito un passato e un presente, e un’aura di mistero senza intaccarlo con elementi già visti.

Todd Phillips racconta con piglio energico e concitato una storia tragica e rivela l’inizio di una vicenda fin troppo conosciuta. La mostra da un’angolazione completamente diversa, così differente da farci sperare che da grande quel piccolo, mesto insignificante rampollo viziato che si chiama Bruce Wayne, abbia sorte differente. Costruisce una Gotham City lontana dai fumetti e dall’immaginario comune, tradendo ogni aspettativa. La città è più affine ai contesti urbani della saga de La notte del giudizio, piuttosto che alle architetture gotiche Bartoniane o alla maestosità degli edifici esibiti da Nolan. La fotografia, il suono e la musica contribuiscono nella costruzione di un mondo credibile, che si avverte essere fuori dalla porta di casa e non allocato nei meandri dell’immaginazione, come troppo spesso avviene in questo genere di film. Non ci sono effetti speciali o elementi prodigiosi, ma solo lacrime, sudore, sangue, che sciolgono in continuazione il cerone bianco da pagliaccio e si confondono col rosso sbafato del sorriso sforzato di Joker. E poi c’è dolore, tanto dolore. Todd Phillips sembra sussurrarci all’orecchio che anche noi potremmo essere Arthur Fleck. E noi dovremmo preoccuparcene.

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