"Il dio dei piloti è nero", Formigli replica alle accuse di razzismo sui social

Le parole scritte su Twitter dal giornalista hanno indignato il web: lui risponde così agli attacchi
"Il dio dei piloti è nero", Formigli replica alle accuse di razzismo sui social
3 min

"Il dio dei piloti è nero". Il riferimento, reso chiaro dall'hashtag, è a Lewis Hamilton, fresco vincitore del settimo titolo mondiale di Formula 1. Sono bastate queste sei parole scritte su Twitter dal giornalista e conduttore Corrado Formigli per scatenare l'indignazione social al grido (o meglio al cinguettìo) di "razzista". E questo solo per citare i più educati. I commenti negativi sono stati così numerosi da convincere Formigli a replicare, cambiando però piattaforma. La risposta, a metà tra spiegazione e giustifica, è arrivata infatti tramite Facebook, impreziosita anche da un suggerimento cinematografico, più o meno ironicamente offerto ai commentatori impreparati. Inoltre Formigli ha difeso Hamilton dagli attacchi di chi lo canzonava così: "Facile difendere i diritti quadagnando così tanto". Di seguito il post integrale del giornalista.

La replica integrale di Formigli su Facebook

"Ho scritto che il dio della F1 è nero. Non è soltanto una constatazione, è anche il riconoscimento tributato a un campione che ha gareggiato in questo mondiale inneggiando a Black Lives Matter, impresso sulla sua tuta e parte del suo furore agonistico. Lewis Hamilton non è solo un grandissimo pilota. È un attivista per i diritti della minoranza nera, uno che ha chiesto e ottenuto che la maggioranza dei piloti del circus si inginocchiassero in memoria di George Floyd assassinato dalla polizia di Minneapolis. Qualcuno dirà che è facile farlo quando guadagni 50 milioni di euro l’anno. Non è così. Proprio perché può permetterselo, la gran parte degli sportivi evita di esporsi e battersi per i diritti di chi non ha voce. Lewis Hamilton lo fa, ponendo la questione della razza all’attenzione del mondo degli appassionati di automobilismo sportivo. Lo fa in uno sport tradizionalmente bianco. Per rendersi conto di cosa sia stata la questione razziale nel motorsport, consiglio di guardare “Il Primo”, lo stupendo documentario su Willy T. Ribbs su Netflix. Il primo pilota nero a gareggiare a Indy mentre ancora sventolavano in tribuna le bandiere del Klu Klux Klan. Definire Hamilton il dio nero della F1 significa dunque riconoscere non solo un campione del volante ma anche un uomo che ha saputo e voluto schierarsi. E che lo faccia dall’alto dei suoi compensi milionari merita un applauso in più".


© RIPRODUZIONE RISERVATA