I più grandi portieri del secolo scorso; e poi le storie di Simona Quadarella e Peter Sagan

Da Banks a Zoff, da Gilmar a Jascin, i più grandi portieri del ventesimo secolo; e poi l'autobiografia di Simona Quadarella, neo campionessa mondiale di nuoto, e come Peter Sagan ha cambiato il ciclismo
I più grandi portieri del secolo scorso; e poi le storie di Simona Quadarella e Peter Sagan
Massimo Grilli
4 min

“Il portiere caduto alla difesa ultima vana, contro terra cela la faccia, a non veder l’amara luce…». Dalla immortale poesia di Umberto Saba, “Goal”, posta quasi come azzeccata prefazione, capiamo subito a quale tipo di calcio è più affezionato - non bastasse la copertina, uno splendido abbraccio tra il nostro Giuliano Sarti e il grande Lev Jascin dopo una partita tra Italia e Russia - l’autore di questo bel libro dedicato ai grandi portieri del ventesimo secolo, ingiustamente, secondo lui, poco considerati a paragone perlomeno dei grandi bomber. E’ tutto un tripudio quindi di maglioni neri, di guanti di pelle, di tuffi plastici e di uscite spericolate come si vedono sempre meno. Albertosi, Dasaev, Maier, Sentimenti IV, Zamora, Zoff, Combi, Da Prà, Gilmar, Schmeichel, Tomaszewki, Banks, e tanti altri: i grandi interpreti del ruolo rivivono ciascuno nel breve riassunto di fatti e misfatti della propria carriera e nelle dichiarazioni rilasciate ai loro tempi gloriosi, di cui opportunamente Colapietro riporta la fonte, mentre uno dei nostri più bravi portieri dei tempi moderni, Emiliano Viviano, prova a spiegare cosa è cambiato tra i pali. Nel tentativo, sono parole dell’autore, “di rendere giustizia e recuperare il gap di memoria per un ruolo del tutto speciale”.
IL NUMERO 1, storia e aneddoti dei grandi portieri del XX secolo; di Leonardo Colapietro, Porto Seguro Editore, 130 pagine, 12,90 euro.

«Io voglio essere la prima, voglio vincere e mi dà fastidio che qualcuno sia davanti a me». Eccola Simona Quadarella, la neo campionessa mondiale dei 1500 stile libero di nuoto, un’impresa che meriterebbe subito una ristampa che possa contenere anche il racconto della recentissima medaglia d’oro. La giovane nuotatrice romana, ventuno anni da compiere a dicembre, si racconta in questa autobiografia che ci sembra sincera: la sua grinta infinita, la sua ricerca continua di scariche di adrenalina, non possono celare del tutto il lato meno noto della sua vita, dalla consapevolezza di quello che un’adolescente come lei sacrifica allo sport alla paura del “dopo”, di una vita normale. «Ciò che a un altro potrebbe sembrare la normalità - dice nel libro - a me parrebbe monotonia». E poi la sua famiglia, la sorella Erica, prima idolo da emulare in piscina e poi grande sostenitrice dei suoi sforzi, le amicizie dentro e fuori del nuoto, i suoi allenatori; e ancora il piacere di mettere i tacchi, l’antipatia per i film horror, il tifo per la Roma e la passione per la pasta alla gricia. E soprattutto, a completare questo straordinario puzzle che ha reso unica e grande la nostra Simona, il rapporto speciale con l’acqua: «Fa parte di me. Come un essere anfibio ho bisogno di toccarla con regolarità. Mi piace la sensazione che mi dà l’acqua sulla pelle quando vado veloce, mi piace quando mi avvolge in un abbraccio amico…». Uno spazio tutto suo, uno spazio blu.
IL MIO SPAZIO BLU, di Simona Quadarella con Lorenza Bernardi; Rizzoli Editore, 207 pagine, 17 euro.

Dal nuoto al ciclismo, da una campionessa di casa nostra a un eroe che arriva dalla Slovacchia. Raccontando le vicende di Peter Sagan, tre volte campione iridato, trionfatore - tra i suoi tanti successi - anche nella Parigi-Roubaix e nel Giro delle Fiandre, l’autore - giornalista sportivo, scrittore e soprattutto appassionato delle due ruote - ha tentato, riuscendovi, un’impresa più intrigante: far comprendere cioè come Sagan sia riuscito a cambiare, da dentro, il senso di questo sport e soprattutto la percezione che si ha dall’esterno dei suoi interpreti, non più campioni soltanto della sofferenza, dell’epica dell’uomo solo al comando, ma atleti dei nostri tempi che (clamoroso!) possano dimostrare anche di sapersi divertire, sul pavé come sui tornanti delle tappe alpine o nelle volate infinite. Parte da qui un viaggio nel ciclismo moderno, visto anche dal basso, dalla passione che spinge ad andare a Londra per una birra nel celebre “Look mum no hands”, storico bike caffè, oppure inseguire a New York il Red Book di Brooklyn, dove è nata la più famosa corsa tra biciclette a scatto fisso. Una nutritissima schiera che ha trovato in Sagan il suo profeta: quello che quando vince impenna la sua bici, e che su You Tube imita John Travolta. E che, soprattutto, dimostra che pure nel ciclismo si può e si deve giocare. Senza vergognarsi.
GENERAZIONE PETER SAGAN, una rivoluzione su due ruote; di Giacomo Pellizzari, edizioni 66THA2ND, 150 pagine, 15 euro.


© RIPRODUZIONE RISERVATA