Indagine su Maradona e la filosofia della corsa

Nelle gesta di Maradona, la ricostruzione del bello e del brutto degli ultimi quarant'anni di calcio. E poi la filosofia dei runner, cosa cerca davvero chi corre, a qualsiasi livello
Indagine su Maradona e la filosofia della corsa
Massimo Grilli
4 min

«Su una parte di Maradona non si può discutere: i momenti di magia che ha regalato al calcio e il modo in cui, in certi momenti della sua carriera, siano stati soffocati da arbitri mediocri, dalla mancanza di professionalità dei suoi avversari e dalla pessima gestione di funzionari che avrebbero dovuto essere più giudiziosi. Eppure il difetto più tragico di Maradona sta in quanto lui stesso abbia perpetuato, con le sue dichiarazioni e la sua condotta, il mito della propria condizione quasi divina, senza però assumersi pienamente le responsabilità delle sue mancanze». Ecco il succo del libro di Burns, uno che appartiene alla razza sempre più rara dei giornalisti investigativi. Grande appassionato di calcio, ci regala qui - in questa biografia assolutamente non autorizzata - più una indagine poliziesca che il racconto delle prodezze del grande numero 10, spiegandoci come il giovane Diego fu utilizzato in qualche modo dai Colonnelli argentini (però non fu convocato, è bene ricordarlo, per il Mondiale vinto in casa nel 1978) mentre otto anni dopo divenne il simbolo della rivincita calcistica contro l’Inghilterra di un popolo offeso dalla guerra delle Malvinas. Attraverso le gesta di Maradona, aiutato dalle voci di chi ha condiviso parte del tragitto del campione, Burns passa in rassegna alcuni dei mali del calcio moderno, dalla egemonia sempre più spinta dei procuratori all’interesse della malavita organizzata (come la Camorra a Napoli) verso il grande calcio, fino al doping, con la triste vicenda dei Mondiali del 1994. Tra un dribbling e l’altro, Maradona ha attraversato tutto questo, un po’ ingenua vittima e un po’ carnefice di se stesso. Alla fine, quasi a sorpresa visto il tenore del libro, Burns si sente di assolvere Diego, «un genio tragico e molto umano. Nato nella baraccopoli di Buenos Aires, ha dovuto lottare contro tutto e contro tutti, regalando però grandi gioie a innumerevoli tifosi».
MARADONA, di Jimmy Burns; Edizioni Bur Rizzoli, 334 pagine, 15 euro.

Prima o poi torneremo a uscire di casa, ad accettare gli inviti a cena degli amici, ad abbracciarci, a starnutire senza utilizzare il gomito. Prima poi, chi più chi meno, torneremo anche a correre, senza la paura di essere additati come i nuovi untori o gli ultimi degli egoisti. E allora, per i runner in crisi di astinenza, consigliamo questo piccolo ma prezioso libro - diviso in due parti, “La pratica della corsa” e “La mistica della corsa” - dove l’autore ci espone la sua filosofia della corsa. «Correre è esercitare il diritto e il dovere di vivere nella maniera più piena e profonda. Correndo dismettiamo il nostro ruolo sociale, con tutta la sua teoria di obblighi e rituali, per riscoprire l’appartenenza al regno animale». La corsa quindi come possibilità che viene offerta di scendere nella propria intimità, di conoscere meglio se stessi, ma anche la dedizione e l’affetto (perché no) che devono essere garantiti all’atto del correre, per essere poi ricompensati in termini di piacere, bellezza, fatica, anche mistero, nel senso di chi esplora i propri limiti, cercando di spingerli ogni giorno un po’ più lontano. Dalla guida all’alimentazione corretta all’epica della maratona (che non vuol dire, secondo l’autore, “Non mi importa quanto ci metto, a me basta arrivare in fondo”) Bagnasco cerca di approfondire (e far capire) il tema di quel nucleo nascosto che attrae il runner dilettante, disposto «a modificare inveterate abitudini, dimagrire sotto gli occhi della suocera sgomenta, vagheggiare un soggiorno in un anonimo paesino solo perché lì un amico sta organizzando una gara non competitiva…». Tutto questo, ci dice l’autore, è l’autentica mistica della corsa. Provare per credere.
RUNNINGSOFIA, filosofia della corsa; di Claudio Bagnasco, edizioni Il Melangolo, 126 pagine, 9 euro.


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