India, la svolta elettrica fa discutere

Il gruppo di lavoro del Primo Ministro Modi ha annunciato l'accelerazione sull'elettrico a partire dal 2025, con la vendita delle due e tre ruote ad alimentazione alternativa. Ma le Case insorgono
India, la svolta elettrica fa discutere
3 min

In India si punta sull’elettrico in maniera decisa, almeno per quanto riguarda le due e le tre ruote: nei giorni scorsi, infatti, il gruppo di lavoro governativo guidato dal Primo Ministro Narendra Modi, dedicato ai veicoli elettrici, ha annunciato la pianificazione di scadenze del 2023 e del 2025. Un’azione che ha visto la decisa opposizione dei produttori: la maggior parte delle Case, infatti, comprese Bajai e Honda, ha già dichiarato che le scadenze fissate dal governo indiano sono troppo anticipate.

LA PROPOSTA - Da quanto riportato dall’Economic Times, all'incontro erano presenti anche Rajiv Bajaj, amministratore delegato di Bajaj Auto, e Venu Srinivasan, presidente di TVS Motor. Assente Pawan Munjal, presidente di Hero MotorCorp, attualmente il più venduto dei veicoli a combustione interna a due ruote in India. Il gruppo di esperti aveva raccomandato che dal 2025 dovessero essere venduti solo modelli elettrici di scooter e moto con cilindrata fino a 150cc, anticipando al 2023 per i tre ruote.
A questa proposta le Case si sono opposte e hanno avvisato che una transizione improvvisa causerebbe interruzioni del mercato e perdite di posti di lavoro.

Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa internazionale Reuters, il gruppo di lavoro governativo ora ha chiesto ai produttori di scooter e moto di elaborare in due settimane un loro piano per passare ai veicoli elettrici.  

Il ‘think tank’ indiano Niti Aayog (National Institution for Transforming India) ha il supporto di alcuni costruttori, ma si tratta di start-up EV che non devono certo preoccuparsi di passare dalla produzione di milioni di veicoli all'anno.

"Le persone che vogliono farlo domani producono annualmente 1.000 veicoli”, ha dichiarato all'Economic Times Venu Srinivasan, presidente di TVS Motor, che lo scorso anno ha venduto 3.136.532 di moto.

COSA MANCA - Un’altra preoccupazione anticipata dai principali costruttori di due ruote in India riguarda i costi elevati dell’importazione delle batterie, poiché al momento non ci sono aziende che le producano sul territorio.

Inoltre, i costruttori ritengono che siano necessari incentivi fiscali da parte del Governo per parificare i prezzi dei mezzi elettrici con quelli a combustione, e incoraggiare i consumatori a passare all’elettrico. E questi due fattori – osservano i Costruttori – non possono essere pianificati in due settimane.

I PERICOLI - Secondo i dirigenti del settore una svolta prematura all’elettrico senza una catena di approvvigionamento stabilita, infrastrutture di ricarica o manodopera qualificata, potrebbe portare l'India a perdere la sua posizione di leadership in scooter e moto.

Come ricorda l’agenzia Reuters, una situazione simile si era verificata nel 2017, quando il governo indiano voleva spingere le auto elettriche, ma ha dovuto invertire la rotta dopo il rifiuto delle Case.


© RIPRODUZIONE RISERVATA