Daniele Frongia: «Formula E, Roma è pronta»

Forum con il responsabile dello Sport al Comune: «Quindicimila biglietti sono stati venduti in poche ore e ne abbiamo richiesti altrettanti gratuiti, ottenendoli»
Daniele Frongia: «Formula E, Roma è pronta»
Fulvio Solms
7 min

ROMA - Generazioni di appassionati hanno sognato di veder sfrecciare le monoposto e rombare i motori a Roma. Un progetto accarezzato fin da metà anni Ottanta e appoggiato a quel tempo anche da Enzo Ferrari. Decenni sono passati, figli sono succeduti ai padri, oceani d’acqua sono silenziosamente scivolati sotto i ponti del Tevere e, da ultimo, l’homo erectus si è ingobbito sullo smartphone. Però ci siamo vivaddio: il 14 aprile le monoposto sfrecceranno a Roma, sui viali dell’Eur, ma senza rumore perché il tempo ci ha condotto nell’era dell’elettrico. Non Gran Premio dunque ma E-Prix, nuova definizione dietro la quale c’è tanta sostanza. Dell’incontro tra Roma e la velocità è venuto a discutere nella nostra redazione Daniele Frongia, assessore a Sport, Politiche giovanili e Grandi eventi del Comune di Roma. Dopo i saluti del Direttore Generale Marco Arduini e del Direttore Alessandro Vocalelli, Frongia ha parlato dell’imminente evento e, con l’occasione, di sport a Roma.

Dunque assessore Frongia, Roma Capitale è pronta?
«Dai sei mesi un gruppo di lavoro che mette insieme vari uffici, l’Ama, l’Atac e altri soggetti come le forze di polizia, si sta adoperando. Come macchina organizzativa ci siamo, sono in corso i rifacimenti stradali a carico della Formula E e i primi interventi di miglioria che si svilupperanno nei tre anni di contratto, in modo che ai cittadini rimanga un’eredità tangibile».

Com’è nata l’idea?
«In un incontro tra Comune, Eur Spa e il promotore Alejandro Agag. Subito c’è stata una grande intesa e abbiamo appena incontrato i comitati di quartiere».

Quale la priorità tra evento sportivo, aumento del numero di colonnine di ricarica in città e diffusione di una nuova cultura della mobilità?
«La diffusione del concetto di mobilità alternativa e sostenibile: seminari e congressi saranno aperti al pubblico, le case automobilistiche presenteranno i loro prodotti ma serve che Roma cominci a ragionare “green”. Nel triennio si aggiungeranno 700 colonnine di ricarica: una bella eredità legata alla Formula E e all’investimento di Enel».

Quindicimila biglietti di tribuna sono stati venduti in un amen, altrettanti posti saranno ottenibili gratuitamente registrandosi al sito della Formula E. Un successo che porrà problemi di mobilità e sicurezza.
«I biglietti di tribuna sono andati via in poche e i posti gratuiti sono stati aggiunti su nostra richiesta. Ma parliamo di uno degli ottocento eventi che gestiamo: ricordo che nel maggio scorso Juve-Lazio di calcio e gli Internazionali di tennis concentrarono 110.000 persone nella stessa area. Per la gara all’Eur abbiamo potenziato i mezzi pubblici e raggiunto accordi con i tassisti in modo che la gente eviti di fare ricorso all’auto privata».

Cosa c’è oltre questo triennio: volete fare dell’E-Prix Roma una classica?
«Verificheremo l’impatto sulla città, quello che verrà lasciato nei tre anni di contratto e la risposta dei cittadini, poi decideremo il da farsi. Per ora registriamo un grande entusiasmo. Ma attorno alla gara abbiamo costruito una festa della mobilità sostenibile che partirà venerdì (13 aprile, ndr), con alcune sorprese per i cittadini. La Nuvola sarà aperta per chi ha un titolo d’ingresso al circuito (ma sarà a numero chiuso: capienza massima 10.000 persone, ndr) e sarà il fulcro dell’E-Village: al suo interno spazi informativi, simulatori, stand dei costruttori, zone ristoro. Venerdì pomeriggio in pista e all’interno del circuito avranno luogo altri eventi a carattere sportivo: bici elettriche, longboard (la versione maxi dello skate, ndr), una competizione podistica organizzata con la Fidal».

Però la città continua a patire proprio sul fronte della mobilità.
«Un anno e mezzo non è bastato per raddrizzare una situazione fortemente compromessa nei decenni precedenti. C’è bisogno di tempo anche per avviare un sistema di affidamento dei lavori attraverso gare di appalto. Ma c’è stata un’inversione di rotta con risultati tangibili già raggiunti, come la buona qualità dei manti stradali sui quali siamo intervenuti. Non ci sfugge che altri 8000 chilometri di strade a Roma abbiano bisogno di interventi analoghi».

Che potenziale vede nella Formula E?
«E’ spettacolare, appassionante, interessante. E il pubblico mi sembra diverso da quello dei motori classici: è più coinvolto e consapevole, ciò che permetterà alla Formula E di crescere molto nel prossimo decennio».

La Formula E a Roma mosse i primi passi nel 2012 con un’esibizione tra Circo Massimo e Terme di Caracalla: un percorso affascinante. Come si è finiti all’Eur?
«Mi risulta sia l’unico tracciato preso in considerazione, ed è assolutamente valido sotto l’aspetto tecnico con discese, necessarie per la ricarica, e salite molto esigenti per i motori. Quando potremo acqistare mezzi elettrici a basso costo sarà anche grazie alla ricerca effettuata dalle case in Formula E. Guardiamo al 14 aprile come all’inizio di un lungo percorso che durerà più di un decennio».

Vedremo raddoppiare la gara come già avviene a Hong Kong e New York?
«Finora nessuno ce l’ha proposto e non siamo contrari, ma serve valutare il risultato di questa prima edizione, la reazione dei cittadini e l’impatto che la gara avrà sull’Eur e sulla città. Intanto fa piacere notare che alcuni nostri quartieri periferici e città concorrenti abbiano chiesto di ospitare la Formula E».

Visto che il calendario conta solo quattro gare nel nostro continente - Roma, Parigi, Berlino e Zurigo - c’è spazio per l’istituzione di uno Slam europeo, una classifica riservata alle quattro classiche?
«Proprio ieri (mercoledì, ndr) la sindaca Raggi ha detto di voler coinvolgere i sindaci delle altre città che ospitano il campionato, quindi esiste già l’intenzione di creare un network. Trovo l’idea di uno Slam europeo interessante, ma andrà valutata da chi gestisce il campionato».

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