Sull’elettrico le Case europee sono in difficoltà 

I costruttori europei non vogliono rinunciare alla produzione di endotermiche e sulle elettriche, sembra mancare una strategia a lungo termine
Sull’elettrico le Case europee sono in difficoltà © ANSA
Massimo Ghenzer
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La domanda di auto elettriche sta rallentando. L’offerta per il momento è limitata soprattutto a vetture per gli altospendenti. I Governi hanno ridotto di molto gli incentivi all’acquisto e i consumatori sono tornati in tutta Europa alle vetture a combustione interna, che hanno prezzi più accessibili. Siamo in una fase di stallo dove si evidenzia come avere fissato la data del 2035 e avere stabilito che soltanto le vetture elettriche rispondono ai requisiti della Commissione UE, sia stata una decisione temeraria che ha creato problemi enormi all’industria europea e non solo. Dagli USA rimbalza un rallentamento degli investimenti sull’elettrico perché la domanda è diminuita. Le vetture elettriche sono in perdita e le aziende automobilistiche non possono continuare a perdere.

Le endotermiche realizzano profitti e allora la produzione di elettriche rallenta. In Europa i Costruttori sembrano andare a tentativi senza una vera strategia di medio e lungo termine. Hanno accettato in silenzio i diktat di Bruxelles e ora sono in difficoltà. Tesla ha ridotto i prezzi e i cinesi stanno per entrare con determinazione in Europa con vetture piccole a prezzi simili a quelli delle endotermiche. Gli europei un giorno dicono che stanno per lanciare anche loro le vetture elettriche piccole per le masse e nello stesso tempo dicono, come i Costruttori americani, che realizzare profitti con le piccole elettriche oggi non è possibile. E allora annunciano radicali programmi di riduzione costi che speriamo funzionino. Una situazione complessa e confusa. Non si capisce se gli europei saranno veramente in grado di contrastare i cinesi sui prodotti elettrici di massa e scongiurare quello che molti temono, il profondo ridimensionamento dell’industria automobilistica europea. Tutto questo è stato detto più volte, facendo riferimento alle caratteristiche economiche del mercato e alla sostenibilità economica traballante della transizione energetica. Non ci sono sufficienti spazi economici nei bilanci statali europei per il tutto elettrico dal 2035 con gli annessi e connessi dell’aumento di produzione dell’energia, della rete di distribuzione e dei centri per lo smaltimento delle batterie. Aspettiamo le elezioni europee e vediamo cosa poi succederà.


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