«È insieme che si costruisce un mondo adatto a tutti»

Volontariato, passione e voglia di fare: Silvia Trotter è tutto questo. Partendo da un punto Solidarietà - in provincia di Trento - la sua energia ha conquistato grandi obiettivi e avvicinato nuove persone
«È insieme che si costruisce un mondo adatto a tutti»
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Uscendo fuori dal proprio guscio, o da piccole realtà, è più semplice capire che non si è mai soli nelle sfide che ci si ritrova ad affrontare. Lo sa bene Silvia Trotter che, con la sua vocazione alla solidarietà, sin dalla diagnosi di SM si è messa in moto per fare qualcosa: raccogliere fondi per la ricerca, conoscere nuove persone, condividere esperienze e unire le forze. Perché è insieme che si costruisce un mondo migliore.

Silvia Trotter lavora come insegnante e, da poco, si è sposata con il ragazzo con cui stava da diversi anni: nel 2011, quando ha avuto la diagnosi di SM erano già insieme. Quando due persone si sposano promettono di accogliersi nella gioia e nel dolore, che fanno parte della vita di tutti. E le sfumature della gioia, che è una conquista impegnativa, ci sono tutte nel tono della voce di Silvia, mentre racconta la sua storia di persona e di volontaria: «Nella mia Val di Fiemme, che si trova in Trentino sotto le Dolomiti, il mondo del volontariato è forte, variegato, molto sentito – spiega – Anche nella mia famiglia eravamo tutti donatori di sangue, collaboriamo con AIL, l’Associazione per la lotta alla leucemia; io ho sempre fatto volontariato in parrocchia. Insomma, il volontariato ha sempre fatto parte della mia vita». Poi è arrivata la diagnosi. «Ero fuori casa per studiare, è stato un periodo travagliato. La SM era già una di famiglia: mia nonna e mia zia l’avevano. La nonna, ricordo, era in carrozzina. La zia è un esempio positivo di come si possa vivere bene anche con questa malattia». Silvia ha scelto di vivere la sua vita fino in fondo. E, in questa voglia di andare oltre, già nell’estate di quel 2011 ha cercato AISM per proporsi come volontaria: «Ho cercato una Sezione AISM dove impegnarmi, ma quella più vicina è a cento chilometri da casa mia. Così l’Associazione mi ha proposto di aprire un punto di solidarietà per distribuire le “mele di AISM” nel mio comune di Predazzo (Trento). Ho coinvolto la mia famiglia, i miei amici e man mano il gruppo si è allargato». Sempre in quell’autunno, insieme al suo ragazzo, Silvia è andata al Convegno Giovani AISM a Roma. Un’altra tappa decisiva: «Ho incontrato una sferzata di energia, una spinta a fare. Io ero partita dal mio bisogno di avere una cura risolutiva e, per questo, avevo scelto di dare una mano alla ricerca. Ma a Roma ho scoperto che c’è un mondo con tanti ragazzi come me. E la ricerca è fondamentale per tutti noi: sta facendo passi da gigante e ci permette di vivere una vita “normale”. Io, almeno, sono in terapia e, certo, ho avuto qualche piccolo “incidente di percorso”, ma ho continuato a viaggiare, a fare sport, a studiare e lavorare». Anno dopo anno, l’esperienza di volontariato nei giorni della mela e della Gardenia è diventata un appuntamento fisso per Silvia. E non solo per lei: «Grazie ai punti di Solidarietà, che ho sempre pubblicizzato su Facebook e sui quotidiani locali, si sono fatti avanti molti giovani con SM della mia valle, che magari conoscevo solo di vista. Abbiamo avuto modo di scambiarci punti di vista ed esperienze. Qui siamo un po’ periferici: è bello e anche utile che chi ha la SM sappia di non essere solo, che abbia un riferimento». E allora Silvia, che guarda sempre avanti, ha allargato ancora di più la partecipazione: «Da qualche anno siamo riusciti a coinvolgere anche altre associazioni del territorio, ad allestire nuovi punti di Solidarietà AISM in altri punti della valle. Questa collaborazione tra associazioni è fondamentale: è solo insieme che costruiamo un mondo dove tutti hanno il proprio posto».

 

Tratto da SM Italia 5/2917


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