Della Valle gioca la carta Chiesa

La spaccatura tra proprietà viola e tifoseria è quasi insanabile, ma se restasse Fede potrebbe ricominciare tutto
Della Valle gioca la carta Chiesa
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FIRENZE - Lui, sempre lui. Federico Chiesa, l’ultima carta, forse meglio dire l’unica carta. Lui per tentare di allontanare la paura senza aspettarsi gli errori altrui. Lui e solo lui come estrema possibilità di diventare una sorta di garante di Diego Della Valle. Sempre e solo Federico Chiesa, un po' il predestinato come disse tra lo stupore generale Paulo Sousa. Fu lui a farlo scoprire al calcio che conta, lui a dire che sarebbe diventato la bandiera di Firenze. Diego Della Valle può seguire la sua certezza assoluta, di uomo che si ritiene al di sopra delle autocritiche. Può continuare la strada fin qui disastrosamente portata avanti, tirare dritto facendo a meno dell’approvazione della gente, senza il credito, l’aiuto, la condivisione, ma se intende almeno provare a recuperare quella parte di Firenze che ancora aspetta almeno un gesto di riconciliazione, ha bisogno dell’aiuto di Federico, che tra due settimane, proprio in occasione dell'ultima gara della stagione taglierà il traguardo delle 100 presenze in A, tutte in viola.

Va detto, come premessa, che sono una vera pletora le società internazionali che da tempo stanno facendo la corte a Chiesa. Derby d’Italia fra la Juve, da tempo data in vantaggio, e l’Inter che sembra in rimonta.  Per non dire di Bayern Monaco, Real Madrid e quanti altri. Offerte da 60 milioni più contropartita tecnica - che fin qui, però, la Fiorentina non ha mai accettato per i suoi campioni, vedi Bernardeschi - a 70-80-100 milioni. La possibilità di un’asta ricchissima. E a lui ingaggi da sballo. Cinque, sei, fino a sette milioni di euro netti a stagione, oltre alla possibilità di giocare ad altissimi livelli e per trofei dorati come la Champions League.

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