L'intervista a Ona Carbonell: su Rakuten racconto il difficile equilibrio tra l'essere mamma ed esserre atleta

La campionessa olimpica di nuoto sincronizzato ci ha raccontato la sua esperienza "televisiva" attraverso un documentario attualmente disponibile su Rakuten Tv
L'intervista a Ona Carbonell: su Rakuten racconto il difficile equilibrio tra l'essere mamma ed esserre atleta
simone zizzari
4 min

Ona Carbonell: Un Nuovo Inizio è un documentario da vedere. Lo trovate su Rakuten TV e racconta come essere e restare campioni nonostante una maternità ed una vita privata molto vivace da gestire giorno dopo giorno. La campionessa olimpica di nuoto sincronizzato Ona Carbonell racconta il difficile equilibrio da trovare tra la famiglia e la vita professionale di un atleta di spicco incentrandosi in un periodo che per uno sportivo è tutto: i Giochi Olimpici di Tokyo 2021.

Il documentario accompagna la campionessa nella sua vita quotidiana ed è una storia intima che rivela la realtà affrontata dalle donne di tutto il mondo. La maternità è uno dei momento di trasformazione più complicati per una donna e può essere una vera sfida per le sportive d'elite come Ona Carbonell, che lavorano proprio con il loro corpo. Il duro allenamento, il lungo recupero fisico ed emotivo, così come le notti insonni, segnano il ritorno alla vita professionale della campionessa di nuoto sincronizzato nel bel mezzo della sua carriera olimpica.

Ona, quando e come Rakuten ti ha coinvolto in questo progetto? Hai deciso di accettare subito o hai avuto dei dubbi?

Quando abbiamo iniziato a parlare del documentario, ero incinta e non lo vedevo bene, perché sono sempre stata molto gelosa della mia privacy e non ho mai mostrato nulla della mia vita privata e anche perché era la mia prima gravidanza e il mio primo tutto e non sapevo come avrei potuto gestirlo, anche se sarei stata in grado di allenarmi di nuovo, se avrei sopportato gli allenamenti, se sarei arrivata alle Olimpiadi. Non volevo alcuna pressione aggiuntiva, ma poi ho capito che era un'opportunità, una responsabilità di avere una voce così grande per dare visibilità a questa situazione, alla maggior parte delle atlete che hanno difficoltà con l'equilibrio vita-lavoro e per mostrare che ci sono molte cose che devono essere migliorate.

Tu racconti la tua storia da una prospettiva molto più intima e personale. Hai trovato difficile mostrare il lato più intimo come donna prima di diventare una campionessa?

Non ho mai raccontato il mio lato più intimo e personale. Ho sempre cercato di spiegare il meno possibile sia sui social network che nei media. Questo documentario era un mix della mia vita professionale e della mia vita personale. Poi ho capito che con il messaggio che potevo trasmettere, avrei aiutato molte altre sportive a lasciare la loro paura, a non dover rinunciare allo sport per essere madri e viceversa. Non è stato facile per me essere filmata con il tiralatte, uscire in pigiama, con la faccia terrorizzata, appena dopo il parto che il mio corpo non era come era sempre stato, ecc. Ma ho capito che, se dovevo fare il documentario, doveva essere sincero e reale. Sono contenta di come è venuto fuori.

Il documentario riflette molto su quanto cambia la vita di una sportiva dopo la maternità: qual è stata la parte più difficile dell'essere madre e nuotatrice?

Una delle cose più difficili era non riuscire a dormire. Dovevo allattare 5-6 volte a notte e poi dovevo dare il meglio di me il giorno dopo per molte ore. L'allattamento al seno non è stato facile, dovendo combinarlo con tanto sforzo fisico, viaggi e lavoro. Una delle cose più difficili è stata anche quella, in termini di equilibrio tra lavoro e vita privata, dato che c'è così poco aiuto, così poca informazione e dato che è una materia che non è regolata, con pochissime sovvenzioni, ecc. Questa situazione rende molto più complicata la relazione tra l'equilibrio vita-lavoro e lo sport. È anche difficile per la gente pensare che una volta che si diventa madre, si perde il proprio status di sportiva, non si può tornare come prima. Questo è ciò che deve cambiare, dobbiamo far vedere a tutti che il corpo di una donna cambia dopo il parto, ma che con l'allenamento può tornare allo stesso stato di prima e competere allo stesso livello di prima.


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