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Napoli, in 200mila per la parata scudetto: festa sul Lungomare con la squadra sul pullman scoperto

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Napoli, in 200mila per la parata scudetto: festa sul Lungomare con la squadra sul pullman scoperto ANSA

Scuole chiuse in alcune municipalità, uffici svuotati e mare azzurro di tifosi: dal Molo Luise a Piazza Vittoria, la sfilata dei campioni d’Italia ha paralizzato la città. In testa Di Lorenzo, Conte con la Coppa e De Laurentiis come direttore d’orchestra

NAPOLI - Erano in 200mila. Di lunedì. Scuole chiuse nella zona, uffici a mezzo servizio, studenti universitari, bambini, lavoratori che hanno preso una mezza giornata libera per poter assistere all’evento. Unico, di quelli mai visti in città: la sfilata della squadra sul pullman scoperto, percorrendo il Lungomare Caracciolo, dal Molo Luise, a Mergellina, fino a Piazza Vittoria, e ritorno. Dalle 12, varchi aperti e marea azzurra in arrivo. Da terra, ma pure dal mare. Barche, gommoni, uno yacht in lontananza, moto d’acqua, kayak, persino qualche impavido in sup, munito solo di tavola, remo e bandiera azzurra. C’era chi aveva Maradona tatuato sulla pelle, nome e numero 10. Chi invece il Napoli dipinto sul volto, lo scudetto, McTominay, il 1926, la data di fondazione del club, che l'anno prossimo ne compirà cento. Maglie di ogni epoca, con Maradona su tutte, ma anche quelle di Hamsik e Lavezzi, degli eroi di oggi e di ieri, di stagioni meno fortunate ma propedeutiche a ciò che è stato. Tante con Kvaratskhelia, moltissime con Osimhen, i protagonisti del 2023. E poi pizze, tupperware con pasta fredda, panini – tantissimi panini – e attese lunghissime. Dalla mattina presto, appostamenti prima ai varchi, poi lungo le transenne, per assicurarsi il proprio posto in prima fila. Come per un concerto. Ombrelli per ripararsi dal sole, qualche tappetino per sdraiarsi e riposare. Chi non ce l’ha fatta s’è arrangiato: salito sugli chalet, sulle ringhiere della Villa Comunale, perfino sui bagni chimici, lì sul Lungomare. Adatti a tutti i bisogni, soprattutto quello di vedere meglio. Per molti ne è valsa la pena, anche solo per qualche secondo. Per altri, i più fortunati, la visuale era quella dal mare: Napoli, il Napoli e la marea azzurra davanti agli occhi. Dal Molo Luise a Piazza Vittoria, dove i bus hanno fatto inversione trattenendosi un po’ più a lungo con i tifosi, prima del rientro verso Mergellina, del passaggio davanti al Consolato degli Stati Uniti – vestito d’azzurro per l’omaggio ai campioni d’Italia – e infine del ritorno in aliscafo. Poco meno di due ore di sfilata. Ma una vita di emozioni.

Sul pullman scoperto

Alle 14, la squadra e la dirigenza sono salpate in aliscafo dal Molo Pisacane verso Mergellina. Poco dopo le 15, la partenza della parata. Due i pullman scoperti: il primo per la squadra e lo staff, il secondo per le famiglie. Sul tetto, musica a tutto volume. La colonna sonora della stagione: «Vesuvio erutta», i cori degli ultras, ’O surdato ’nnammurato, Quel ragazzo della Curva B. E poi Pedro di Raffaella Carrà, diventata tormentone della settimana scudetto. Capitan Di Lorenzo in testa, accanto a lui gli eroi di questa stagione: McTominay, Politano, ma anche chi – quando si tratta di festeggiare – sa come fare, sa come infiammare la folla: Juan Jesus, Ngonge, e non solo. Tutti gli uomini del quarto tricolore. Conte, a metà, con la Coppa in mano, passata da testimone a testimone. A Piazza Vittoria, i bus hanno fatto inversione e si sono fermati qualche minuto in più. De Laurentiis mimava il direttore d’orchestra, incitando la folla con le mani, mentre Conte osservava il popolo azzurro da dietro i suoi occhiali da sole. Poi la ripartenza e infine il rientro al molo. Poco meno di due ore di festa. Una vita d’attesa. Un amore che, a Napoli, non ha bisogno di spiegazioni.

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