Juric, Palladino e Italiano: cosa succederà
Se contassero solo i risultati, De Rossi non avrebbe problemi ad aprire un ciclo con la Roma: 8 vittorie incluso il derby, 2 pareggi esterni e 1 sconfi tta con l’Inter sono il bottino di DDR, che però ha un contratto fino a giugno. E se i Friedkin, esonerando tra le polemiche Mourinho, avessero già preso un impegno con un altro tecnico a partire dal primo luglio? Il “rischio” che il neofita De Rossi sia andato oltre le aspettative della proprietà c’è ed è reale. L’ombra di Antonio Conte, l’allenatore che ha la media punti più alta nella storia della Serie A (2,26 a partita in 6 stagioni da fenomeno), fuori dai giochi ormai da tre stagioni, aleggia un po’ ovunque: da Torino, dove tornerebbe da ex, alla Capitale, fino a Napoli. Anche sul golfo il nome dell’ex ct fa dei giri immensi e poi ritorna, spesso, nei pensieri di De Laurentiis. Che si è affidato a Calzona dopo gli esoneri di Garcia e Mazzarri: il commissario tecnico della Slovacchia ha un accordo fino alla fine stagione ma se portasse gli azzurri in Champions con una clamorosa rimonta potrebbe anche cambiare il suo destino. La nona forza del campionato oggi è il Torino e a guidarlo c’è Juric, del quale il suo presidente ha già detto «si vive anche senza di lui». Insomma, tira un’ariaccia. E la Viola? Italiano ha le valigie pronte, e interessa al Napoli, mentre Palladino è pronto a trasferirsi sulle colline di Fiesole nonostante i rapporti tra il suo entourage e la Fiorentina siano stati nel tempo più tesi che cordiali. L’alternativa per Commisso è Gilardino, la cui carriera appare già quella di un predestinato.